La genialità e la comicità, di un piecè teatrale di coppia, tra irriverenza e attualità dissacrante. Peter Handke, premio Nobel, è l’ispirazione del lavoro, riproposto, in chiave attuale e spregiudicata dalla regia firmata Sabina Guzzanti, accompagnata in scena dall’incredibile verve comica di Giorgio Tirabassi.
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“Insulti al pubblico”, opera di Handke del 1966, considerato un opera di risveglio dal tepore, che smonta le “regole” di un teatro prestabilito, basato su una separazione fisica tra palco e pubblico, viene contrapposto in un gioco/ dialogo divertente di voci esterne, tra invettive e insulti, allo spettacolo che non c’è, ovvero Le Verdi Colline dell’Africa. In quello che può essere definita una destrutturazione teatrale divertente, carica di mimica mista a ironia e provocazione, mescola acutamente tematiche come l’importanza del ruolo dell’attore, le sue problematiche, pungendo, con l’incredibile scrittura della Guzzanti anche politica e società. L’eccelsa ed incomparabile genuinità comica dei tempi di Tirabassi si interpone, allea e “drammatizza” sul palco, all’istrionica Guzzanti , in reminiscenze del teatro dell’assurdo, ma in una visione minimal ed easy della sceneggiatura. In un confronto-scontro, disputa che disorienta il pubblico almeno inizialmente, per poi trascinandolo, portandolo a rompere la barriera, ma anche a porsi domande, in uno spazio incredibilmente innovativo lo spettatore riconosce una nuova partecipazione, vedendo smontante vecchie e troppe vetuste abitudini.
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La convenzionalità, la prassi , legata ad un teatro formale d’antan, de “Le Verdi Colline dell’Africa” sarà il dibattito e il punto di incontro, del e per il pubblico, che avrà come contrapposizione un testo spregiudicato, a tratti combattivo e rivoluzionario, figlio di una mente creativa come quella di Sabina Guzzanti. L’arte teatrale, mestierante, viene così messa in discussione, scomposta e scardinata, regalandoci una opera incredibilmente vivace e di forza, con uno sguardo moderno, comico, ma al contempo intriso di necessità.
Sergio Cimmino