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Venezia 75: Ne “Il primo uomo” la coppia Chazelle/Gosling ci ricorda di restare umani

Inizia bene Venezia 75 con un colpo al cuore e un pugno nello stomaco.

Nella giornata inaugurale, con la presentazione delle giurie e le prime conferenze stampa, ‘restare umani’ sembra l’unica strada. Un segnale forte, che si declina nei due film che aprono, rispettivamente, il concorso principale e la categoria “Orizzonti”. Anche stavolta fa centro Damien Chazelle che, con “Il primo uomo” sembra firmare il suo film più maturo. Raccontare una storia universale come quella dell’astronauta Neil Armstrong, primo uomo ad aver messo piede sulla Luna, in maniera intima e personale richiede talento. Chazelle ci riesce, coadiuvato da un cast che vede Ryan Gosling, ormai suo attore feticcio dopo “La La Land”, e Claire– “The Crown” – Foy interpretare una famiglia qualunque, colpita da un dramma comune, che vive situazioni ‘di un altro mondo’. È così che “Il primo uomo” si trasforma nella storia delicata di una famiglia, di un uomo e del suo universo che, non per caso, ma ‘per sogno’, è quel cielo che ci accomuna tutti. Una regia elegante e attenta a ogni dettaglio accompagna lo spettatore per mano attraverso un lungo viaggio, il cui finale rappresenta solo un inizio. Si piange, si partecipa, si vive dei suoni ovattati che attraversano lo spazio, l’aeronave e il casco da astronauta, che altro non sono che la vita stessa di Armstrong. Protagonista è ancora il sogno, come nei precedenti “Whiplash” e “La La Land”, ma la maturità di Chazelle trasforma la dimensione onirica in intimo conflitto, assumendo i toni oscuri dell’incubo e quelli luminosi dei grandi ritorni.

Una non-space-opera intima, quasi sporca, spettacolare per contenuti più che per estetica, ma impeccabile nella regia: ne “Il Primo Uomo” non c’è finzione, solo realtà. Il grande passo per l’umanità viene solo dopo il piccolo per l’uomo.

Film italiano in concorso nella categoria “Orizzonti” è “Sulla mia pelle” ovvero gli ultimi giorni della vita di Stefano Cucchi. Pagina vergognosa della storia italiana, la vicenda rappresenta una battaglia ancora aperta che la sorella Ilaria (Jasmine Trinca) porta avanti con forza e coraggio. Pochi giorni per morire, dopo un arresto, senza sapere perché. Un racconto straziante e necessario, l’origine di tutti i soprusi che subiamo ogni giorno, la morte della giustizia italiana, assieme a quella di Stefano. Nel film, diretto da Alessio Cremonini, la vittima di questa storia è interpretata da Alessandro Borghi, sulla cui interpretazione si regge la pellicola. Da segnalare Milvia Marigliano e Max Tortora nel ruolo dei genitori di Stefano. Dal 12 settembre “Sulla mia pelle” sarà nelle sale italiane e su Netflix.

 

Emma Di Lorenzo

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