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I matrimoni di Napoli non sono (solo) ‘Il boss delle cerimonie’

La televisione fa scalpore. Questa notizia non porta nessuna novità agli occhi di chi legge questo articolo. Ma quando si affrontano determinate tematiche o si raccontano alcuni territori sembra che l’accento venga posto sempre in maniera più forte rispetto ad altre. E non sembra solo a noi. Questo è il caso, ad esempio, di Napoli. Ultima trovata televisiva sulla città partenopea è il racconto del matrimonio tipo. ‘Il boss delle cerimonie‘, la trasmissione andata in onda in una puntata unica su ‘Real Time’ lo scorso venerdì 10 gennaio, ha avuto la presunzione di raccontare Napoli.

Non è oro tutto ciò che luccica negli apparecchi televisivi. I matrimoni che si svolgono a Napoli e in provincia non sono tutti omologati a quelli della trasmissione ‘Il boss delle cerimonie’. Non tutti i matrimoni terminano nella nottata inoltrata e non tutti gli sposi divengono ‘proprietari’ dei locali dove tengono il banchetto. Non si esibiscono esclusivamente cantanti di matrice neomelodica. Ma c’è anche questo. Una parte, neanche esigua delle cerimonie, sono simili a quelle delle quali ci siamo indignati rivedendole in televisione.

Il luogo. La Sonrisa è tra le location più ambite tra gli sposi, ma non è l’unica. Ci sono anche altri locali di eguale fama, dislocati tra la costiere sorrentina e tutto l’hinterland napoletano, che offrono altri tipi di cerimonie, che però, all’interno della trasmissione non sono traspariti.

Un clamore mediatico che ha pochi pari e uno sdegno che ha portato una larga parte dei napoletani a dichiararsi indignata rispetto a quanto trasmesso dalla trasmissione. Non poteva mancare in questo sdegno la partecipazione sui social network. Twitter impazzito. Su facebook addirittura un gruppo che si chiama ‘Chiediamo la chiusura del Boss delle cerimonie‘, che ad oggi conta  6747 membri, per lo più napoletani che si rifiutano di essere identificati con quanto descritto da ‘Real Time’.

Se tanto mi da tanto l’indignazione non dovrebbe arrivare solo da quel racconto, ma anche da altre esasperazioni della figura del napoletano tipo. Di quella contenuta nell’immaginario comune, soprattutto oltre i confini regionali e nazionali. Senza nulla togliere alla professionalità di alcuno, perché non ci indigniamo anche quando alcuni comici, molto spesso proprio napoletani, ironizzano sulle abitudini, i modi di fare, di gesticolare dei cittadini di questa provincia? Perché per tanti anni non ci siamo indignati sapendo che i camion che trasportavano rifiuti speciali di aziende del nord del Paese venivano a sversare nelle nostre terre uccidendole?

‘Il boss delle cerimonie’ non rappresenta tutta Napoli, ma neanche, purtroppo o per fortuna, da come la si voglia vedere, non è specchio di una frazione della realtà partenopea. 

Ciro Oliviero

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