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Stagione Lirica e di Balletto 2011 – 2012 Teatrino di Corte di Palazzo Reale Venerdì 2 marzo, ore 20.30 DON TRASTULLO intermezzo buffo

Torna in scena al Teatrino di Corte di Palazzo Reale, per la seconda volta nella sua storia napoletana, l’intermezzo buffo di Niccolò Jommelli in un nuovo allestimento del Teatro di San Carlo. L’ultima rappresentazione, nell’ottobre 1955.

Sul podio Maurizio Agostini, la regia è di Riccardo Canessa, le scene e i costumi di sono di Patrizia Balzerano, il disegno luci di Mario D’Angiò

 

Don Trastullo di Niccolò Jommelli, su libretto anonimo con revisione critica di Ivano Caiazza, debutta venerdì 2 marzo al Teatrino di Corte di Palazzo Reale, nell’ambito della Stagione Lirica e di Balletto 2011-2012, in un nuovo allestimento con la regia di Riccardo Canessa. Sarà in scena fino a domenica 11 marzo. E’ stato eseguito al San Carlo una sola volta, assieme al Mercato di Malmantile di Cimarosa, proprio al Teatrino di Corte, 57 anni fa (ottobre 1955).

Sul podio, Maurizio Agostini dirige l’Orchestra del San Carlo con Roberto Moreschi al clavicembalo, Mauro Russo al Fagotto e Leonardo Massa al violoncello e calascione. Il cast è composto dalle voci soliste: Mariangela Sicilia (Arsenia), Francesco Marsiglia in alternanza con David Ferri Turà (Giambarone) e Domenico Colaianni (Don Trastullo).

 

Niccolò Jommelli, come già si racconta nelle cronache del 1770, era considerato “grande compositore … senza dubbio uno dei migliori viventi, in tutto il mondo”. Anche Saverio Mattei, suo primo biografo, nell’Elogio del Jommelli (1785) ne esalta la “vocazione di autore tragico”, anche se l’esordio della sua carriera era avvenuto – “come per tutti i giovani napoletani della sua generazione” – nel campo dell’opera comica e dell’intermezzo buffo.

La cantata di Don Trastullo, dovrebbe rientrare nel genere delle “cantate celebrative” con personaggi mitologici, molto in voga a Napoli e a Roma nella metà del Settecento, ma Jommelli scelse di aderire al modello dell’intermezzo comico napoletano, che era stato portato a massima notorietà da Pergolesi. La cantata e disfida di Don Trastullo, la cui composizione risale al 1749, fu concepita come un doppio intermezzo a tre voci corrispondenti ai due atti in cui si esibiva il protagonista, concepito come un anti-eroe comico. Al centro della storia il tranello amoroso giocato dalla furba Arsenia all’altezzoso Don Trastullo, per riuscire a sposarsi con il capitano Giambarone.

 

Riccardo Canessa firma per il teatro di San Carlo una messa in scena lieve e colorata dagli accenti napoletani. Evoca un tempo sospeso – sottolinea il regista – che rimanda al cinema degli anni del dopoguerra, ai film di De Sica e in particolare al ciclo Pane amore e…., ma anche alle tipiche “maschere attoriali” rivisitate dalla tradizione napoletana settecentesca, dallo “smargiasso” al miles, alla donna furba e frivola. Patrizia Balzerano, autrice di scene e costumi, aggiunge: “attraverso una cornice dai colori fluorescenti, si entra dentro un quadro in cui si apre una fuga prospettica di un vicolo illuminato da un sole astratto, quasi un Carosello napoletano avvolto di blu, come trasfigurato dagli occhi dell’infanzia che vede solo il bello delle cose del mondo”.

 

Riccardo Canessa, classe 1955, vive e lavora a Napoli. Proviene da un percorso di studi scientifici in Logopedia e Foniatria. Dopo varie esperienze professionali nell’ambito della lirica in qualità di tecnico della voce, direttore artistico e produttore, nell’estate 1998 inizia una collaborazione presso la Fondazione Arena di Verona, collaborando agli allestimenti verdiani e pucciniani. La sua prima regia è un Rigolettoper il Coliseu di Lisbona, seguono gli allestimenti diOtello eLa Bohème. In seguito lavora a Verona, Padova, Salerno, ai teatri Regi di Torino e Parma, ma anche all’estero, all’Opera Municipal di Marsiglia e all’Opera di Nizza. Più recentemente ha firmato gli allestimenti di Rigoletto, Romeo et Juliette e I Puritani al Seoul Art Center in Corea. Negli ultimi anni, inoltre, collabora attivamente con la Fondazione Toscanini e con il Teatro Verdi di Salerno, per il quale ha recentemente messo in scena La Sonnambula di Bellini. Per il Teatro di San Carlo ha curato, nel luglio 2008, l’allestimento del Barbiere di Siviglia, all’Arena Flegrea.

 

COMUNICATO STAMPA

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