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Zibba: “Il mio viaggio musicale insieme a Calvino”

“Le città dall’alto” è il titolo del nuovo album di Zibba, pubblicato per l’etichetta Pioggia Rossa Dischi. Un viaggio musicale intimo e umano, di elevato spessore, che incrocia storie e concetti di ogni singolo, incrociando frasi, metafore, contenute nella raccolta “Ultimo viene il Corvo” di Italo Calvino dedicato alla moralità, alla resistenza e alla sapiente ragionevolezza divisoria tra bene e male. La letteratura calvinista si fa anima e scrittura contemplativa, tra sonorità profonde e una incredibile e delicata , autenticità narrativa.

Sergio, innanzitutto come stai e che momento artistico stai vivendo?

Che bella domanda. Sono in un ottimo periodo, sto lavorando a diversi dischi interessanti di altri artisti e vedendo la musica cambiare ancora una volta attorno a me. Bello. Stimolant.

Il tuo nuovo progetto musicale si incrocia con Italo Calvino. Dalla sua raccolta “Ultimo Viene il Corvo” emerge uno stile rapido, netto ma anche semplice, che scinde con un occhio riflessivo il bene dal male. In “la città dall’altro” la tua scrittura è contemplativa, profonda ma anche a tratti ruvida. Le due fasi di scrittura sembrano quasi fondersi.

Non ho capito a quali fasi ti riferisci, tuttavia le due scritture, quella di Calvino e la mia, sono assolutamente fuse in questo progetto. Ho preso spunto ma non solo, ho anche rubato piccole frasi e concetti dai suoi racconti e ho provato a farmi il mio viaggio. 

In “Nudi” ci parli, con tanta umanità, dell’importanza del viaggio, sottolineando che quello che conta è l’esperienza, che porta con sé tante sfaccettature. Perché hai immaginato il titolo “Nudi” per questa traccia?

Una pura casualità, cantando il brano mi sono reso conto di quanto appoggiassi tutto su quella parola, di quanto aspettassi che arrivasse il momento di cantarla, così è stato naturale. 

La città dall’alto, che dà titolo all’album , evince la tua visione calvinista. Ha un punto di vista esterno, laterale, con il loro giusto peso. Nei passaggi ricorda  Cosimo de il “Barone Rampante”, che sceglie di vivere tra gli alberi e contemplare ciò che vede. Che visioni hai, della realtà e dell’attualità di oggi?

Tremenda. Nessuno più sa fare nulla, siamo diventati il peggio possibile, e peggio è che non ce ne rendiamo conto. 

Alveari è una traccia altamente espressiva, che acuisce e riflette, come dici, nelle rovine del nostro tempo. Pensi che l’uomo abbia distrutto la meraviglia di ciò che lo circonda in maniera consapevole o inconsapevole?

Questa è una domanda che dovremmo farci personalmente, credo che il confine sia piuttosto sottile. Sappiamo davvero quando siamo responsabili di qualcosa o quando siamo vittime di una circostanza? In questo universo, per come sono andate le cose, per come sono fatto io, mi pare impossibile trovare una risposta sensata. 

Ste è un pezzo totalmente strumentale; nel disco ti avvali della collaborazione al sax di Stefano Riggi. Come è stato raccontare Calvino dal punto di vista prettamente musicale e degli arrangiamenti?

Il disco è stato costruito su session di improvvisazione, dirette da me con l’aiuto di Samuele Puppo che ha suonato le chitarre e curato con me gli arrangiamenti. Dalla lettura dei racconti siamo passati direttamente allo strumento, con solo pochi appunti stilistici. Ci siamo divertiti. Con Stefano Riggi suoniamo insieme, credo, da una ventina di anni; c’è una grande intesa, c’è l’amore che serve per fare questo genere di collaborazioni su un disco. 

Americanidollari parla della paura di perdere, di sostituzione; hai declinato il brano verso una figura femminile, come è nata nella tua testa questa visione?

Leggendo il racconto originale in realtà ti accorgeresti che il tema è lo stesso e trattato allo stesso modo. Diciamo che il racconto di Calvino ha ispirato, anche in questo caso, un tema musicale sul quale sono andato a riscrivere la storia. Era già tutto lì, racconto e metafora, non serviva altro. 

223 è il tema che chiude questo progetto. Solo musicale, molto sobrio, lineare. E’ una scelta “da concept” che riguarda questo progetto, oppure una ponte verso nuove e future produzioni? 

Entrambe le cose. Ma è vero che in ogni disco mi piace inserire qualcosa che sia ponte con le cose che verranno e che questo micro brano è stato pensato, o forse giustificato, così. 

Sergio Cimmino

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