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Una petizione per salvare la lingua: #dilloinitaliano

Una petizione che ha lo scopo di favorire un uso corretto dell’italiano contro l’abuso degli anglicismi. Idea nata da Annamaria Testa, pubblicitaria milanese e insegnante di comunicazione presso la Bocconi di Milano. La lingua italiana, la quarta più studiata al mondo e associata nel mondo alla cucina, musica, design, cultura. Parole che invitano ad apprezzare e conoscere meglio il Bel Paese. Sono molti i termini inglesi che oggi ricorrono nei discorsi della politica e nei messaggi dell’amministrazione pubblica, negli articoli e nei servizi giornalistici e nella comunicazione delle imprese che hanno efficaci corrispondenti in lingua italiana. 

Termini come ‘form’ ovvero modulo, ‘jobs act’: legge sul lavoro e ‘market share’ che significa quota di mercato si sono innervati nel linguaggio nostrano e senza chiedere il permesso. Gli organizzatori della campagna per la valorizzazione della lingua italiana chiediamo all’Accademia della Crusca di farsi portavoce e autorevole testimone di questa istanza presso il Governo, le amministrazioni pubbliche, i media e le imprese, e di farlo ricordando alcune ragioni per cui scegliere termini italiani, che esistono e sono in uso. Un’interessante iniziativa che pone l’attenzione sulla importanza dell’identità linguista nostrana, in un paese in cui dominano i cosiddetti dialetti regionali. Petizione che è possibile firmare attraverso la piattaforma on line: change.org, sito leader delle petizioni sul web.

Mimmo Caiazza

 

 

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