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Per un prete la colpa degli abusi è delle donne

Colpa delle donne. Questa la sintesi del volantino e del pensiero di don Piero Corsi, il parroco della chiesa di San Terenzo di Lerici (La Spezia). Il prete incolpa le donne di quanto accade loro. Sarebbe delle stesse la colpa delle aggressioni che subiscono e che poi sfociano in omicidio. Il cosiddetto femminicidio. Il termine coniato in questi ultimi mesi per definire questi casi. Un termine che le donne rifiutano, a ragione.
“Le donne facciano autocritica: vanno in giro con abiti succinti, servono cibi freddi, abbandonano i bimbi e esasperano le tensioni. Gli uomini non sono impazziti, sono le donne che provocano”. Questo un estratto del volantino apparso sul portone della chiesa nella giornata di ieri. Non sono parole scritte dal sacerdote ligure, ma da Bruno Volpe, blogger di Pontifez, che esaspera in maniera quanto mai grave la lettera apostolica “Mulieris dignitatem”. L’editoriale di Volpe parte dai dati di cronaca, che quest’anno contano cento donne ammazzate, per larga parte da mariti, compagni e familiari. Il dato di cronaca è certo. Ma la spiegazione che il blogger del sito ultracattolico traccia assai poco vicina alla realtà. Le donne non sono certo in cerca di qualcuno che le maltratti, che abusi di loro, che le uccida. Quand’anche ce ne fosse qualcuna che provoca per il gusto di farlo, neanche quella lo fa per il gusto di subire degli abusi come quelli che sempre le cronache , oramai quasi quotidiane, riportano.
Qualora queste parole fossero rimaste battute solo su un blog come quello estremista di Volpe lo sdegno avrebbe avuto la meglio sulla preoccupazione. Di quest’ultima invece si può parlare quando a condividere una tesi così assurda è un prete. Un pastore che guida una comunità religiosa, che forma, anche attraverso le sue omelie. Questo appunto il caso di don Corsi. Prete che viene poi applaudito dal blogger che scrive che “finalmente un parroco che parla chiaro, che non si tira indietro, che non nega le sue responsabilità”
Per quanto ogni opinione vada rispettata, anche per volontà della carta costituzionale, quella espressa dai due protagonisti di questa vicenda non può essere presa neppure in considerazione. Si tratta di istigazione a un comportamento violento nei confronti delle donne, offrendo come giustificazione l’abbigliamento e i modi di fare delle donne stesse. 
Nella giornata di oggi il sacerdote è stato ascoltato da Paolo Poggio del Gr2. Nel goffo tentativo di ritornare sui suoi passi il prelato ha posto un quesito al giornalista, chiedendogli “quando lei vede una donna nuda, cosa prova? Non so se è un frocio anche lei, non è violenza da parte di una donna mostrarsi in quel modo lì?”. Una frase che si commenta da sola, ma che non fa altro che sottolineare l’atteggiamento e il pensiero sbagliati di don Corsi. Le reazioni dei suoi superiori risultano ancora non pervenute.

Ciro Oliviero

 

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