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Emilia Romagna: iscrizione anagrafica dei rifugiati, diritti e doveri

Inviata una nota agli enti locali per fare chiarezza in materia e garantire l’accesso ai servizi.

I cittadini stranieri richiedenti asilo e i titolari di protezione internazionale hanno diritto all’iscrizione anagrafica se dimostrano di avere una dimora abituale in Italia o se, essendo senza fissa dimora, dimostrano di avere un domicilio.

I cittadini stranieri richiedenti asilo e i titolari di protezione internazionale hanno diritto all’iscrizione anagrafica se dimostrano di avere una dimora abituale in Italia o se, essendo senza fissa dimora, dimostrano di avere un domicilio. Se la dimora è abituale c’è diritto e dovere all’iscrizione in Anagrafe popolazione residente. Se c’è solo dimora temporanea si ha diritto (e non dovere) all’iscrizione in Anagrafe popolazione residente.

Queste le indicazioni contenute nel messaggio inviato dalla Regione a Province e Comuni capoluogo dell’Emilia-Romagna, per chiarire i dubbi interpretativi relativi all’iscrizione anagrafica dei richiedenti asilo, materia in cui si registrano prassi molto differenziate e che riguarda anche le persone giunte a seguito dell’emergenza Nord Africa del 2011.

Alla base di queste indicazioni – rafforzate da un parere concordante di Anusca (Associazione nazionale ufficiali di stati civile e d’anagrafe) – vi è l’assunto per cui la materia dell’iscrizione anagrafica dei richiedenti asilo è riconducibile alla casistica dell’iscrizione anagrafica degli stranieri regolarmente soggiornanti.

Come ricorda Anusca infatti, dimostrata dimora o domicilio, “tutti gli stranieri in possesso di regolare permesso di soggiorno, per qualsiasi motivo sia stato ottenuto – quindi, a maggior ragione i titolari di protezione internazionale, data la loro condizione che li obbliga a restare nel Paese che ha loro riconosciuto la titolarità di protezione – hanno diritto all’iscrizione anagrafica”.

Va inoltre ricordato che – ai sensi dell’art.6 del Testo unico sull’immigrazione – “la dimora dello straniero si considera abituale anche in caso di documentata ospitalità da più di tre mesi presso un centro d’accoglienza”.

Quello dell’iscrizione anagrafica è un tema centrale relativo alla permanenza e all’integrazione dei rifugiati sul territorio, poiché consente ai cittadini stranieri, tra le altre cose, l’effettivo accesso ai servizi locali. Per questo le amministrazioni locali sono state invitate a dare un’ampia diffusione della nota agli uffici competenti e a tutti i soggetti gestori dell’accoglienza, sia nell’ambito dei progetti Sprar che dell’Emergenza Nord Africa.

La comunicazione – redatta dal Servizio Politiche per l’accoglienza e l’integrazione sociale della Regione – è stata sottoposta a Romano Minardi di Anusca e funzionario responsabile dei Servizi demografici del Comune di Bagnacavallo.

Fonte: www.asgi.it 

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