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Taranterra di Mimmo Grasso, un testo di poesia trasformato in spettacolo

Gli attori girovaghi della compagnia Asylum 2012 (composta da Ettore Nigro, Anna e Clara Bocchino, Sara Cotini, Rebecca Furfaro, Roberta Imbrogno Ferreri, Paola Magliozzi, Raimonda Maraviglia, Valentina Ossorio, Monica Palomby, Teresa Raiano, Riccardo Rico, Daniele Sannino e Gennaro Schiano) giovedì 5 luglio saranno a Scala, nei ruderi di Sant’Eustachio alle 19.30 e in piazza Minuta alle 22. Venerdì 6, invece, si sposteranno a Cappella, frazione di Monte di Procida: lo spettacolo (alle 20.30) sarà preceduto da una cerimonia di inaugurazione della piazza della Terra, intitolata al Sergente Maggiore Michele Silvestri (originario del luogo), vittima il 24 marzo 2012 di un attacco talebano a colpi di mortaio durante una missione di pace nella regione meridionale del Gulistan in Afghanistan. Vi prenderanno parte il sindaco Francesco Paolo Iannuzzi, le Istituzioni e i cittadini. 

Sabato 7, alle 21, taranterra verrà messo in scena nei giardini della Feltrinelli di Pomigliano d’Arco, mentre domenica 8, alle 19.30, tornerà nel quartiere della Sanità a Napoli – dove ha la sua sede – nel chiostro della Basilica di Santa Maria della Sanità.
Il testo di poesia di Mimmo Grasso -intitolato taranterra- si trasforma, dunque in uno spettacolo itinerante, con la regia di Massimo Maraviglia, che s’adatta in modo naturale al luogo in cui viene messo in scena proponendo in tal modo uno spettacolo che ogni volta si rinnova e si arricchisce di nuovi elementi, suggestioni, energie.
Taranterra è una messa in scena in cui gli attori danno vita agli oggetti, ai quadri e ai loro abitanti evocati dai versi, servendosi esclusivamente dei propri corpi, di tammorre, bastoni e tessuti che trasformano e ridisegnano lo spazio dell’azione, evocando ora la tenda nel deserto di un anacoreta, ora una processione, una penultima cena, una piazza d’armi, una distesa assolata di grano, un formicaio, un tempio, un pantano, una giostra, un giaciglio, una fossa, un solo luogo di ricongiungimento e a un tempo di separazione. Uno spettacolo pensato per essere rappresentato ovunque il teatro possa tornare a essere un momento collettivo di reciproco ri-conoscimento (o di ri-conoscenza?) profonda, tra chi offre e riceve, chi riceve e offre.
Una produzione indipendente e autofinanziata grazie ai contributi volontari del pubblico, direttamente raccolti nei luoghi della rappresentazione, che lascia agli spettatori scegliere se il teatro abbia ancora ragion d’essere e vivere ancora, a dispetto del momento d’annichilimento che la nostra storia collettiva sta attraversando.

Il progetto ha già incontrato l’accoglienza di numerose istituzioni e di gestori privati di luoghi dislocati nei vari Comuni della Campania, tra cui Nola (dove il 21 di giugno, nella piazza dedicata a Giordano Bruno si avrà la prima rappresentazione), Capua (nel cortile dell’abbazia di Sant’Angelo in Formis), Scala (in Piazza Minuta e presso i ruderi della chiesa di Sant’Eustachio), Maiori (nei giardini di Palazzo Mezzacapo), Pomigliano d’Arco (all’ex Distilleria, ora Feltrinelli), Lago d’Averno (ai Giardini dell’Orco e alle Stufe di Nerone), Miseno (al Sacello degli Augustali), Vesuvio (in collaborazione con il circuito “La Ragnatela”), Agerola (nel parco della Colonia Montana), Bacoli (nell’azienda agricola “Il Ramo d’oro”), Monte di Procida (sulla spiaggia di
Acqua Morta), Portici (villa Savonarola) e, naturalmente, Napoli (il “Giardino segreto” a Via Foria, il Museo del sottosuolo a piazza Cavour, il chiostro di San Vincenzo alla Sanità).

Comunicato stampa 

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