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Vittime innocenti: 12 marzo

  • 1909 Giuseppe Petrosino
  • 1977 Rocco Gatto
  • 1981 Mariano Mellone
  • 1984 Paolo Signorino
  • 1991 Antonio Valente
  • 1997 Totò Speranza

1909
Giuseppe Petrosino
Agente di polizia di 49 anni
Ucciso a New York

Giuseppe Petrosino divenne ben presto tenente della polizia di New York (NYPD), in particolare dell’Italian Legion, cioè gruppi di agenti italiani, a suo giudizio indispensabili per combattere la mafia americana.

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Stimato da Roosevelt per il suo impegno costante nel cercare di sconfiggere la mafia, allora chiamata Mano Nera, assicurò alla giustizia boss di alto calibro. Capì che la mafia, a New York, aveva le sue radici in Sicilia, tant’è che intraprese un viaggio in Sicilia per infliggere il colpo mortale. Risolti brillantemente numerosi casi (il più celebre fu il “delitto del barile” nel 1903), abile nel travestirsi, rapido nell’azione, inflessibile e quasi feroce verso i criminali, divenuto quasi un simbolo della lotta a favore della giustizia e della legge, Joe Petrosino era stato via via assegnato ad incarichi di sempre maggiore responsabilità. Proprio seguendo una pista che avrebbe dovuto portarlo ad infliggere, forse, un decisivo colpo alla Mano Nera, Petrosino era giunto in Italia. La missione era top secret, ma a causa di una fuga di notizie tutti i dettagli furono pubblicati sul New York Herald. Petrosino partì comunque nell’erronea convinzione che in Sicilia la Mafia, come a New York, non si azzardasse a uccidere un poliziotto ma con tre colpi di pistola in rapida successione e un quarto sparato subito dopo, Giuseppe Petrosino, il nemico irriducibile della malavita italiana trapiantata negli Stati Uniti, moriva.

1977
Rocco Gatto
Di 51 anni
Ucciso a Gioiosa Ionica (RC)

Rocco Gatto, proprietario di un mulino a Gioiosa Ionica, aveva subito richieste di estorsione da parte del clan degli Ursini. Dopo l’uccisione del capoclan Vincenzo Ursini durante un un conflitto a fuoco con i carabinieri, la ‘ndrina impose un coprifuoco in tutto il paese in onore del boss. Rocco Gatto denunciò il tutto ai carabinieri e alla magistratura; per questo venne ucciso alla guida del suo furgone, lungo la strada provinciale per Roccella Ionica.


1981
Mariano Mellone
Di 33 anni
Ucciso a San Giorgio a Cremano (NA)

Mariano Mellone, 33enne e padre di una bambina di appena 1 anno, venne ucciso a Napoli per errore nel corso di una sparatoria tra clan rivali. Nella sparatoria è stata uccisa anche la signora Francesca Moccia, di quasi cinquant’anni che, insieme al marito, stava portando dentro le cassette di frutta esposte fuori dal suo negozio.


1984
Paolo Signorino

Imprenditore
Ucciso a
Siracusa

Paolo Signorino è stato un piccolo imprenditore della provincia di Siracusa che si occupava di distribuzione e manutenzione di jukebox. Fu ucciso da un colpo di lupara sparato per gambizzare che però lo raggiunse in pieno petto. Morì tra le braccia del figlio diciottenne, Franco.


1991
Antonio Valente

Operaio di 31 anni
Ucciso a Locri (RC)

Antonio Valente lavorava per la ditta dei fratelli Gallo, i quali si erano ripetutamente rifiutati di pagare il pizzo al clan della zona. I due ricevettero molti avvertimenti: i malavitosi compirono degli attentati dinamitardi contro i camion e spararono più volte in direzione delle vetture della ditta. Seguì un agguato. Antonio ne rimase vittima.


1997
Totò Speranza

Di 28 anni
Ucciso a Bovalino (RC)

Morire per 300mila lire. Totò Speranza era un ragazzo come tanti altri: pieno di paradossi e di debolezze, brillante e socievole. Fumava marijuana e non salderà il debito: solo in Calabria si fanno i conti con la pistola. E così hanno ammazzato Totò a 28 anni.