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Pro e contro della nuova social card

Un anno fa il ministero delle Politiche sociali ha lanciato la sperimentazione della nuova social card, con un maggiore credito per i possessori. Dodici i capoluoghi di regione interessati dal nuovo strumento di contrasto alla povertà per un finanziamento di cinquanta milioni di euro. Ad un anno di distanza i dati sono abbastanza positivi, in quanto il settanta per cento delle card è stato assegnato e consegnato a quanti ne avrebbero potuto beneficiare. Numeri incoraggianti rispetto al passato, ma che necessitano comunque di un miglioramento nella gestione dello strumento.

Una seconda mancanza risiede nella gestione dei fondi, in quanto le sole città di Catania, Palermo e Torino hanno esaurito il budget messo a disposizione dal ministero. Nelle altre città interessate dall’esperimento (Bari, Bologna, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Venezia e Verona) ci sono 7,8 milioni di euro di fondi erogati che sono rimasti inutilizzati. Motivi, secondo le amministrazioni comunali, riscontrabili nei requisiti individuati dal progetto. Per accedere alla social card era infatti necessario avere, tra i vari parametri fissati, un Isee inferiore a tremila euro, un patrimonio inferiore a ottomila ed almeno un’occupazione nei sei mesi precedenti la domanda.

Il ministero in una nota di commento ai risultati ottenuti ha scritto che “evidentemente le possibili conseguenze penali non sono sufficienti a contenere il fenomeno delle dichiarazioni mendaci”.

Ciro Oliviero

 

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