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L’operazione ‘Apocalisse’ ha coinvolto questa mattina a Palermo novantacinque persone, alle quali è stata notificata un’ordinanza di custodia. Di questi tredici sono finiti agli arresti domiciliari, settantotto in galera e quattro con divieto di dimora a Palermo. Con questa operazione i pm Vittorio Teresi, Gaetano Paci, Francesco Del Bene, Amelia Luise, Annamaria Picozzi e Dario Scaletta hanno dato un duro colpo ai clan Resuttana e San Lorenzo di Palermo.
Nel corso dell’operazione sono emersi nuovi particolari sull’omicidio di Joe Petrosino, il poliziotto americano ucciso nel capoluogo siciliano nel 1909. A novantacinque anni di distanza dai fatti Domenico Palazzolo, ritenuto dagli inquirenti il nuovo boss dell’Arenella, è stato intercettato mentre diceva ad un altro uomo che “lo zio di mio padre si chiamava Paolo Palazzotto, ha fatto l’omicidio del primo poliziotto ucciso a Palermo. Lo ha ammazzato lui Joe Petrosino, per conto di Cascio Ferro”.
Gli inquirenti hanno scoperto un importante aspetto dell’attività economica di Cosa Nostra, che imponeva alle macellerie l’acquisto delle sue forniture di carne. Non è l’unica attività mafiosa ad essere emersa dall’indagine, in quanto i Resuttana e i San Lorenzo trafficavano anche in droga e gestivano un giro di estorsioni sulle partite di calcio di alcuni campionati.
Tra le quattro persone con divieto di dimora a Palermo figura anche Pietro Franzetti, imprenditore antiracket, già candidatosi nelle fila dell’Udc alle comunali di Palermo del 2012. Proprio su quella candidatura la magistratura sta indagando. Franzetti era stato fino a qualche giorno fa promotore di una petizione per l’abrogazione del vitalizio ai politici collusi con le mafie della quale aveva parlato anche ai nostri microfoni.
Ciro Oliviero
