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Bologna, una strage che riecheggia a distanza di anni

Il 2 agosto del 1980 la stazione ferroviaria di Bologna diventa palcoscenico inconsapevole di un attentato terroristico. Uno dei più efferati avvenuti nel Belpaese nel secondo dopoguerra. Ottantacinque morti e duecento feriti. Un bilancio impressionante che scosse l’Italia intera. Le indagini della magistratura condussero ad un gruppo di militanti di estrema destra, i Nar (Nuclei Armati Rivoluzionari), tra i quali Giuseppe Valerio Fioravanti.

Fare memoria, soprattutto in un Paese come il nostro, troppo male abituato a non ricordare le vicende che, nel bene e nel male, lo hanno portato ad essere quello che oggi è e che continua a farlo mutare, è fondamentale. Fare una cronaca stretta di una vicenda che ha fatto male all’Italia trentatre anni fa non avrebbe molto senso.

La bomba, abbandonata in una valigia della sala d’aspetto della seconda classe, era composta da ventitre chili di esplosivo, una miscela di cinque chili di tritolo e T4 detta “Compound B”, potenziata da altri diciotto di gelatinato (nitroglicerina ad uso civile). La detonazione a tempo fece crollare l’ala ovest dell’edificio.

Ogni anno, nell’anniversario della strage, Bologna si ferma. Come succede nelle altre città che sono state colpite al cuore pulsante della propria vita da attentati terroristici e mafiosi. Oggi, a trentatre anni da quel disgraziato giorno i familiari delle vittime si sono incontrati alle 10.25, ora dell’esplosione, in via Indipendenza a Bologna. Corteo inflazionato di politici ed istituzione, come protocollo prevede. La manifestazione procede, come è giusto che sia, tra lacrime, ricordo, sdegno e sofferenza. Una sofferenza maggiormente dettata dalla mancanza di una spiegazione ultima sui fatti di quel 2 agosto 1980, così come ha ricordato anche il capo dello Stato nel suo messaggio per questo anniversario. Infatti, a trentatre anni di distanza dall’atto terroristico, ancora non si sono accertate.

Notizia diffusa in queste ora riguarda l’inserimento del reato di depistaggio all’intermo dell’ordinamento giuridico italiano. Proposta presentata in Parlamento da Paolo Bolognesi, deputato del Pd, e direttamente coinvolto in questa vicenda, nonché presidente dell’associazione familiari vittime della strage del 2 agosto 1980. A diffondere la notizia il ministro per gli Affari regionali, Graziano Delrio, durante il suo intervento nel Consiglio comunale di Bologna.

Ciro Oliviero

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