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‘Le mie canzoni sono le persone che incontro ogni giorno’

Sin da bambino è vissuto in stretto contatto con l’ambiente musicale: lo zio – fratello di suo padre – è infatti Vincenzo De Crescenzo, il celebre autore (insieme ad Antonio Viscione, in arte Vian, che ha scritto la musica) di Luna rossa, ed il cugino, con lo stesso nome Eduardo, è anch’egli interprete, musicista ed autore con lo pseudonimo Eddy Napoli.
A tre anni riceve in dono la sua prima fisarmonica; a cinque, il ‘bambino prodigio’ debutta al teatro Argentina di Roma ed inizia gli studi classici con il maestro e direttore d’orchestra Giuseppe Bavota.
Inizia a suonare giovanissimo in un gruppo beat, Eduardino e i Casanova (tutti originari, infatti, del Ponte di Casanova, nel quartiere della Vicaria a Napoli) con cui incide il primo 45 giri nel 1967 (Hai detto no! / La strada è il mio mondo), dando così il via ad una lunga ed intensa gavetta che lo porterà, molto più tardi, fino a Sanremo.
Dopo gli studi di musica classica e l’università (alla facoltà di giurisprudenza, che però non completa) e molteplici esperienze musicali, alla fine degli anni settanta firma un contratto con la Dischi Ricordi; tra i vari lavori di De Crescenzo per la sua nuova casa discografica vi è la rielaborazione della Czardas, composizione ungherese del XIX secolo che viene appositamente riadattata dal maestro Vittorio Monti e che porterà all’incisione, nel 1978, del brano La solitudine ( Musica: Monti; testo: Esposito e Migliacci).
Nel 1980 inizia la collaborazione col duo Migliacci-Mattone.

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