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Ecco la sprecopoli delle Regioni

Grazie Fiorito. Alla fine della saga della Regione Lazio, risolto il Giallo Polverini -se ne va, non se ne va? – dovremo pure essere grati a Franco Fiorito. Con un pensierino benedicente anche al governatore della Lombardia Formigoni di cui presto l’attualità dovrà tornare ad occuparsi. Abbiamo scoperto che il Lazio è l’ente più caro d’Italia. Le spese dei suoi organi di governo, giunta e consiglio, guidano infatti la classifica dei bilanci più ricchi. Tutta colpa, ci raccontano, della moltiplicazione dei gruppi consiliari e delle commissioni, del numero delle poltrone e di conseguenza delle indennità e dei benefit.

Sora Tentenna. Scopriamo, dalle stesse dichiarazioni dell’ancora-presidente Polverini, che nel 2010, il Consiglio regionale della Regione Lazio costava 104 milioni di euro l’anno. Decisamente troppi anche per gli affezionati di ostriche e champagne. Tentativo di sforbiciata pre Monti-Fornero. Buoni propositi: ridurre a 97 e poi a 89. In realtà, come le promesse di Pinocchio alla fatina azzurra, le bugie e i bilanci crescono prima a 109,7 e poi a 115 milioni di euro. Ora la quasi-forse-ex presidente Polverini aveva promesso una sforbiciata da 20 milioni, ma non si sa come andrà a finire. Decisione pendente e attesa.

Sicilia super. Fosse di consolazione, la Sicilia batte tutte le Regioni a Statuto ordinario e Straordinario, con la straordinaria cifra 175 milioni anno. Sola differenza è la crisi politica -lì hanno deciso- con le dimissioni del suo ex governatore Lombardo. Nella classifica delle Regioni spendaccione troviamo poi la Campania a 89,9, il Piemonte 81, la Lombardia 75,7. Una cronaca attenta de La Stampa fa anche qualche conto di costo pro-capite. Nonostante il nuovo ed esagerato Pirellone, dato il numero di abitanti, ogni lombardo spende 7,77 euro anno per Formigoni e soci, contro i 18,15 della Polverini, Fiorito & C.

Mono partiti. Costi esorbitanti ma sempre motivati – salvo cene a ostriche e champagne – cercano di spiegarci. Gli assessori esterni -ad esempio- ben 16, oltre alla indennità che spetta a tutti i consiglieri, prendono una maggiorazione di 1668 euro per compensarli del mancato vitalizio che compete ai loro 71 colleghi eletti. Un esercito di graduati, scopriamo, come accade in certe redazioni Rai. 71 consiglieri per 79 poltrone. 4 segretari del Consiglio, 17 capigruppo con 8 gruppi costituiti da un solo consigliere, 19 presidenti e 38 vice per le 19 commissioni. Per capire, la Lombardia di commissioni ne ha 8.

Indennità multiple. Ogni consigliere ha una indennità di 4252 euro, una diaria di 4003, rimborsi forfettari della benzina con semplice autocertificazione, con un costo medio di 8800 euro al mese. Ancora. Indennità di funzione: 594 euro ai vicepresidenti di commissione, 2311 al presidente del Consiglio. Totali? Ufficio di presidenza del Consiglio regionale 251 mila euro, 900 mila euro per i 18 addetti della segreteria più 1,5 milioni di spese di rappresentanza. I due vice, 484 mila euro lordi l’anno, più 24 addetti di segreteria (12 a testa) che costano un milione e 200 mila euro l’anno. Vi gira la testa con tanti numeri? A noi gira altro.

Segretarie dei segretari. Fosse finita qui. Due milioni e 200 mila euro se ne vanno per i tre consiglieri segretari oggi in carica: 689 mila euro di indennità e 1,5 milioni per i trenta addetti di segreteria, 10 per ogni “segretario”. Compensi e onorari vari fanno 8 milioni di euro. Non parliamo poi delle auto blu: erano 28 a disposizione dei vertici regionali. Ogni singola commissione, 16 permanenti e 3 speciali, pesa sul bilancio per circa 1 milione l’anno. 350 mila per le indennità dei presidenti e 467 mila per i gettoni ai 38 vice. I gruppi consiliari pensano invece per altri 18,95 milioni di euro. Ecco la proliferazione della Commissioni.

L’isola di Bengodi. E ora i conti dei gruppi “politici” che – abbiamo visto – sono spesso formati da un solo esponente. Non a caso. 10 milioni circa per i 201 dipendenti e 8,9 milioni per l’attività “politica”, che è poi il pozzo dove in questi anni avrebbe pescato il capogruppo Pdl Franco Fiorito. Ogni gruppo ha un presidente cui spetta una indennità aggiuntiva di 1536. Otto gruppi singoli risparmiano i 1024 euro mese per il vice. E così cumulando cumulando un consigliere del Lazio ogni mese può arrivare anche a 13.300 euro. Alla Pisana meglio che a Montecitorio o Palazzo Madama. Più occasioni di favori-lavoro per gli amici. 270 soltanto per la giunta.

E c’è pure di peggio. Moltiplicazioni di incarichi e di mono-gruppi non sono una esclusiva del Lazio. In Abruzzo su 10 gruppi ben 7 sono costituiti da un solo consigliere, 9 su 11 in Basilicata, 9 su 12 nelle Marche, 9 su 14 in Molise, 5 su 9 in Umbria, 8 su 13 anche in Piemonte. La fonte, oltre ad una attenta cronaca de La Stampa, il sito www.parlamentiregionali.it. Se avete carta, penna, calcolatrice e molta pazienza potrete scoprire l’impensabile. 14 mila euro assegnati a presidenti di giunta e di consiglio in Lombardia, Puglia e Sicilia. In Emilia, Toscana e Umbria si fermano a 7700. I soliti “comunisti” – denunciava Fiorito – e demagogia elettorale.

Le dovute differenze. E i “soldatini”, i semplici consiglieri (con le precisazioni di cui sopra)? Altro che forbice salariale alla Marchionne! Si passa dai 12.665 euro base per un consigliere del Pirellone a confronto dei 5174, 5395 e 5666 euro dei minimi previsti rispettivamente in Piemonte, Toscana ed Emilia. Soliti demagoghi, come abbiamo già visto. Quindi alcune semplici conclusioni. Se proprio devi candidarti in una delle 20 Regioni italiane (più qualche provincia a statuto speciale) e sei portatore di forti interessi personali, scegli bene e informati prima. Dubbio per il governo Monti. Sicuri siano da abolire solo le Province?

Fonte: www.globalist.it 

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