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Rinnovabili: è tempo di colloqui tra Cina e Ue

Le imprese del fotovoltaico non sono state finanziate illegalmente né i prodotti venduti sottocosto. E’ tempo di colloqui tra Ue e Cina, ma c’è fiducia sul fatto che le due parti possano “risolvere la controversia”, dopo che l’Ue ha annunciato la procedura antidumping. E’ la posizione espressa alla Dpa da Gao Jifan, a capo di uno dei principali produttori di pannelli, la Trina Solar.

Secondo Jifan, “le aziende del settore dell’energia solare hanno registrato, dal terzo trimestre dello scorso anno, perdite, tanto quelle cinesi, quanto quelle tedesche e americane, giapponesi e sudcoreane, “a causa di un eccesso di concorrenza” e non “di pratiche di dumping”.

E a proposito delle accuse che riguardano crediti a buon mercato, prestiti e sussidi da parte delle banche statali, risponde: “Gli interessi sui crediti in Cina è sicuramente superiore a quella in Germania e negli Stati Uniti. Una società come Trina può sopravvivere e svilupparsi bene, non solo in Cina, ma anche in Germania o negli Stati Uniti a causa della sua capacità di innovazione tecnologica e di gestione”.

Nel frattempo, a cercare di risolvere la controversia aperta tra Cina ed Europa sul terreno del fotovoltaico, arrivano i colloqui: tra le autorità, in particolare tedesche e cinesi, tra il Ministero del Commercio cinese e il Comitato europeo per il commercio, e anche “noi imprenditori avremo i nostri colloqui attraverso vari canali”, dice Jifan. Anche se la soluzione da raggiungere rappresenta “una sfida ancora grande, ma faremo del nostro meglio per arrivare a una soluzione”.

Al lavoro sulla questione “c’è già l’Afase (Alliance for Affordable Solar Energy)”, specifica Jifan, che produrrà dei rapporti per i governi europei allo scopo di fornire “un’idea di quale soluzione possa essere la migliore per l’intera industria del solare”. Una soluzione dalla quale possano benificiare “non solo l’industria solare cinese e tedesca, ma l’intero industria del settore”.

Fonte: www.globalist.it 

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