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Spesa, istruzioni contro la crisi: scelta dei supermercati e prodotti “no logo”

Se impariamo a scegliere bene dove andare a fare la spesa riusciremo a risparmiare fino a 1500 euro in un anno, addirittura 3500 se riusciamo anche a rinunciare ai prodotti di marca. È quanto viene spiegato in uno studio condotto da Altroconsumo che, prendendo in considerazione quasi mille supermercati italiani (precisamente 950 tra 162 ipermercati, 603 supermercati e 185 hard discount) presenti in 61 città diverse, ci dice quali di questi sono più o meno convenienti. Scopriamo subito che il punto vendita in assoluto meno caro tra quelli analizzati si trova ad Arezzo, mentre la spesa media più bassa di tutte le 61 città è a Pisa, dopo di lei Firenze e Verona. Chiudono la classifica, identificandosi quindi come le regioni meno convenienti, il Trentino, la Val d’Aosta e in generale il centro-sud passando per la Sardegna e la Sicilia. Aosta e Catania sono in assoluto le città più care tra quelle analizzate (spesa media di 6739 e 6634 euro). In linea di massima c’è più risparmio laddove funziona meglio la concorrenza ma, dicono gli esperti di Altroconsumo, in tutte le città c’è almeno un punto vendita con indice inferiore a 110 (100 viene attribuito all’insegna più economica): ciò significa che lì si trovano prezzi interessanti.

Quanto si risparmia approfittando degli sconti – Inoltre, da quanto emerge dallo studio, si risparmia non solo scegliendo il punto vendita migliore ma anche facendo attenzione a cosa finisce nel carrello. Se il consumatore sa approfittare delle offerte o meglio ancora se è capace di abbandonare il prodotto di marca si può arrivare a risparmiare fino a 3500 euro in un anno: 24% di spesa in meno se si scelgono i prodotti di marca in offerta, 38% in meno se diamo spazio a quelli col marchio del supermercato, – 55% se i prodotti sono quelli primo prezzo e infine 61% in meno se si abbandonano completamente i prodotti di marca (che non sempre sono migliori di altri “no logo”). Considerando che, lo dice l’Istat, la spesa media di una famiglia italiana (tra alimentari, prodotti per la casa e per l’igiene personale) si prende il 20% del bilancio totale annuale, forse è bene fare maggiore attenzione su come riempire il nostro carrello della spesa.

Fonte: www.fanpage.it 

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