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Non tutti i beni confiscati vengono per nuocere

Associazioni del territorio impegnati sul fronte della legalità, soggetti onlus e anche chi non ha nulla a che vedere con nessuno dei temi che girano intorno a queste realtà. Capita anche che un bene confiscato venga assegnato a delle associazioni che non siano proprio le più idonee a riceverlo. Non è questo l’ultimo caso che si è verificato a Napoli. Nel cuore della città capoluogo di regione. Un ‘basso’ sito in vicolo Caritatoio ai Cariati, nei quartieri Spagnoli, è stato affidato al Coordinamento dei giornalisti precari. Un locale di circa cinquanta metri quadri che fu del capo del clan Mariano, Ciro, mandante ed autore di numerosi stragi di camorra a partire dagli anni ’80.
Oggi quel ‘basso’ che affaccia su una strada che aveva respirato camorra come aria, a pieni polmoni, va nelle sapienti mani di un gruppo di giornalisti che lo gestiranno in modo che sia l’opposto di quello che è stato fino a qualche tempo addietro.
Prima di essere affidato al Coordinamento dei giornalisti il bene era stato concesso per ben due volte ad una famiglia di immigrati, oltre che ad un’associazione di non vedenti. In tutti i casi i beneficiari avevano rinunciato dopo un breve periodo per essersi ritrovati in un’ambiente particolarmente ‘ostile’.
Il bene sarà una ‘Casa dei Giornalisti’, uno spazio per ospitare dibattiti sulla libertà d’informazione, per una biblioteca di libri sulla camorra, per allestire mostre fotografiche, una piccola redazione attrezzata con laptop e wifi per mettere a disposizione ai colleghi stranieri che periodicamente sono a Napoli di avere un posto in cui lavorare. Oltre che un luogo per free lance che non hanno il diritto di poter accedere agli uffici delle testate per le quali lavorano in modo precario.
“Lo riteniamo un atto doveroso – afferma Ciro Pellegrino, del coordinamento precari, cassintegrato di E-Polis – vogliamo testimoniare coi fatti la voglia di cambiare di una città straziata e violentata ma resistente, mai rassegnata. Ma abbiamo bisogno del sostegno dei napoletani. E per sostegno non si intende quello economico ma un ‘cordone’ civile affinché tutti gli eventi del coordinamento nel bene confiscato nei Quartieri abbiano tanti partecipanti. Solo accendendo un faro costante su quella zona sconfiggeremo chi non vorrebbe farci ritornare in quell’ immobile”.

Ciro Oliviero

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