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Ricorso ASGI contro l’esclusione dei medici extracomunitari dai corsi di specializzazione in medicina generale

Il 16 maggio scorso, l’ASGI ha impugnato il bando di concorso indetto dal Ministero della Salute in data 17 aprile 2012 per l’ammissione ai corsi di formazione specifica in Medicina Generale 2012/2015 – pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale Serie IV Speciale – Concorsi ed Esami n. 30 – ai sensi del decreto legislativo n. 368 del 17 agosto 1999, come modificato dal decreto legislativo n. 277 dell’8 luglio 2003, e secondo quanto indicato nel decreto ministeriale 7 marzo 2006.
In base alla suddetta normativa il contingente numerico da ammettere annualmente ai corsi è determinato, entro il 31 ottobre di ogni anno, dalle regioni e province autonome nell’ambito delle risorse disponibili e dei limiti concordati con il Ministero della salute.
Quindi, anche quest’anno, ogni regione ha provveduto ad indire i concorsi per l’ammissione ai suddetti corsi di formazione e a pubblicarli sul bollettino ufficiale di ciascuna regione o provincia autonoma.
In particolare, il D.M. 7 marzo 2006 “Principi fondamentali per la disciplina unitaria in materia di formazione specifica in medicina generale”, stabilisce le modalità di partecipazione al concorso secondo cui, per l’ammissione al corso triennale di formazione specifica in medicina generale, la partecipazione alla selezione è riservata ai medici che siano cittadini italiani e comunitari con esclusione, quindi, dei cittadini extracomunitari (art 5).
L’intervento dell’ASGI ha origine dalla segnalazione pervenuta all’Antenna antidiscriminazione ASGI di Firenze, nell’ambito del progetto finanziato dall’Open Society Foundation. In detta segnalazione, si rilevava che il bando indetto dalla Regione Toscana con Decreto Dirigenziale n. 768 del 6 marzo 2012, ai sensi della normativa di cui sopra, conteneva la clausola di esclusione dei medici extracomunitari. L’antenna territoriale ASGI di Firenze ha , pertanto, provveduto, in data 26 marzo, ad inviare alla Regione Toscana – Direzione Generale Diritti di Cittadinanza e Coesione sociale Settore Strumenti di Pianificazione e Programmazione Socio-Sanitaria – nonché per conoscenza all’UNAR – Ufficio Nazionale Anti-discriminazione Razziali, una missiva per segnalare l’illegittimità del bando chiedendo, al contempo, il differimento dei termini di presentazione delle domande al fine di consentire l’accesso, in condizione di parità, ai medici regolarmente residenti sul territorio titolari dei requisiti voluti dal bando per la realizzazione delle finalità ivi previste.
Il 19 aprile, la Regione Toscana non ha accolto la richiesta avanzata ritenendo invece “opportuno rammentare che, a tutt’oggi, la normativa vigente non consente il libero accesso ai concorsi pubblici per gli stranieri non comunitari riservando loro solo la possibilità di iscrizione agli albi professionali, nonché lo svolgimento della libera professione o di attività professionale alle dipendenze di enti o strutture private (dlgs. n. 286/98 e DPR 349/1999)”. Secondo la Regione Toscana, inoltre, “la partecipazione al corso non ha prettamente carattere formativo ma è propedeutica all’inserimento dei partecipanti stessi nelle graduatorie regionali per la medicina generale e quindi all’ottenimento di un’attività lavorativa convenzionata con il Sistema Sanitario Nazionale”.
Visto che i bandi regionali dipendono dal bando indetto dal Ministero della Sanità, è stato depositato ricorso a Roma contro il Ministero della salute.
Sull’argomento va segnalato che in data 25 marzo l’Associazione Medici di Origine Straniera (AMSI) durante un incontro con il Presidente della Camera e con il Ministro per l’Integrazione e la Cooperazione Internazionale avevano fatto presente la difficile situazione dei medici e del personale sanitario di nazionalità straniera in generale e richiesto il libero accesso ai concorsi pubblici almeno per gli stranieri con il permesso di soggiorno di lunga durata (permesso CE per lungo soggiornanti).

Fonte: www.asgi.it 

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