Zona rossa è un nome, un concetto molto vicino a questo network. Non solo il suo nome. Bensì una delimitazione geografica, un richiamo ad una zona della provincia del capoluogo campano. La zona rossa è un’area circoscritta intorno al Vesuvio. Area a rischio sismico e vulcanico nella quale una legge regionale del 2003 aveva negato il permesso di edificare oltre quello già esistente.
Questa settimana il nuovo governo ha presentato in consiglio regionale un emendamento di modifica alla suddetta legge. L’emendamento in oggetto permetterà la ristrutturazione edilizia “anche mediante demolizione e ricostruzione in altro sito”. In barba alle norme di sicurezza e della lotta all’abusivismo edilizio.
Un provvedimento che ha fatto sussultare i vari movimenti ambientalisti nonché le associazioni volte alla tutela del territorio nell’area vesuviana. E a ragione. Non è a caso che esiste un osservatorio vesuviano volto a monitorare l’area dei diciotto comuni interessati costantemente. In residenti si contano più di 550mila.
L’emendamento, come fatto notare da più parti, è alquanto contraddittorio. Lo stesso assessore regionale Opere e Lavori pubblici Edoardo Cosenza ha voluto chiarire la propria posizione e quella che dovrebbe essere dell’emendamento nella sua sostanza. “Lo spirito dell’emendamento presentato dalla maggioranza – ha dichiarato Cosenza – era di ridurre dal 100 per cento di uso abitativo al 50 per cento di uso abitativo. Ma se l’emendamento, come sembra, non è chiaro e si espone a diverse interpretazioni, mi impegno a chiarirlo nel regolamento attuativo. Perché lo prometto: neanche un cittadino in più dovrà entrare nella zona rossa”.
Questo messaggio lanciato da un esponente della maggioranza apre le porte al dialogo e ad una eventuale modifica dell’emendamento, anche perché “il territorio campano è fragile, esposto ad avversità e rischi di vario grado”, come ha ricordato il capogruppo del PD alla Regione Giuseppe Russo, e dunque difficilmente questo provvedimento potrebbe giovare. Qualora il provvedimento venisse confermato in questi termini sarebbe, senza ombra di dubbio, un passo indietro nella lotta all’abusivismo, nonchè nella tutela dell’ambiente e del paesaggio.
Ciro Oliviero
Questa settimana il nuovo governo ha presentato in consiglio regionale un emendamento di modifica alla suddetta legge. L’emendamento in oggetto permetterà la ristrutturazione edilizia “anche mediante demolizione e ricostruzione in altro sito”. In barba alle norme di sicurezza e della lotta all’abusivismo edilizio.
Un provvedimento che ha fatto sussultare i vari movimenti ambientalisti nonché le associazioni volte alla tutela del territorio nell’area vesuviana. E a ragione. Non è a caso che esiste un osservatorio vesuviano volto a monitorare l’area dei diciotto comuni interessati costantemente. In residenti si contano più di 550mila.
L’emendamento, come fatto notare da più parti, è alquanto contraddittorio. Lo stesso assessore regionale Opere e Lavori pubblici Edoardo Cosenza ha voluto chiarire la propria posizione e quella che dovrebbe essere dell’emendamento nella sua sostanza. “Lo spirito dell’emendamento presentato dalla maggioranza – ha dichiarato Cosenza – era di ridurre dal 100 per cento di uso abitativo al 50 per cento di uso abitativo. Ma se l’emendamento, come sembra, non è chiaro e si espone a diverse interpretazioni, mi impegno a chiarirlo nel regolamento attuativo. Perché lo prometto: neanche un cittadino in più dovrà entrare nella zona rossa”.
Questo messaggio lanciato da un esponente della maggioranza apre le porte al dialogo e ad una eventuale modifica dell’emendamento, anche perché “il territorio campano è fragile, esposto ad avversità e rischi di vario grado”, come ha ricordato il capogruppo del PD alla Regione Giuseppe Russo, e dunque difficilmente questo provvedimento potrebbe giovare. Qualora il provvedimento venisse confermato in questi termini sarebbe, senza ombra di dubbio, un passo indietro nella lotta all’abusivismo, nonchè nella tutela dell’ambiente e del paesaggio.
Ciro Oliviero
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