Ne parlava già più di trent’anni fa Giancarlo Siani, con i suoi reportage sui giovani della città di Napoli e ad oggi ahinoi quelle parole risuonano ancora nelle nostre orecchie come un atroce attualità. Abbiamo raggiunto la consapevolezza che la camorra, si combatte parallelamente su diversi livelli e diversi ambiti sociali; mentre le forze dell’ordine svolgono giustamente i loro compiti, altre azioni mirate soprattutto al mondo dei più giovani, sul nostro territorio andrebbero incentivate e promosse. Ben sappiamo che i tessuti sociali dove emergono clan e figure criminali pericolose hanno dei comuni denominatori, come la dispersione scolastica, la mancanza di strutture sportive e per il tempo libero, la carenza di spazi culturali, e quindi l’assenza di queste alternative culturali facilita la deviazione sociale dei minori.
La Fondazione Pol.i.s. presenziata da Paolo Siani, consapevole delle gravi mancanze socioculturali rivolte al mondo dei giovani, da tempo ormai si impegna quotidianamente, per calarsi in quel tessuto sociale con progetti e formazione culturale con l’obiettivo di contrastare come scriveva Giancarlo Siani l’associazione marginazione, arretratezza, evasione scolastica, che inevitabilmente può sfociare in delinquenza. I limiti dei quartieri napoletani sono sempre gli stessi, da anni ormai, e che quindi non permettono alcun tipo di crescita nell’opera di contrasto alla criminalità organizzata.
Queste sono riflessioni che, chi opera nel settore del contrasto alla criminalità ben conosce, ma che nella loro trasformazione pratica possono poi scontrarsi con ostacoli e problemi di diversa natura che ne limitano l’effettiva applicazione, ed un focus su queste problematiche oggi ci viene dato dalla sesta edizione dell’Atlante dell’infanzia a rischio di Save the Children, “Bambini senza. Origini e coordinate delle povertà minorili”. Tutta questa denuncia viene meglio spiegata sull’edizione del 15 febbraio del ‘Mattino’ in una pagina completamente riservata alla Fondazione Pol.i.s. ‘Le mappe mancanti e i reportage del giovane Giancarlo Siani’. Quello che resta però è il desiderio di chi quei quartieri li vive fino in fondo, i residenti, che si auspicano un futuro diverso per loro e per le generazioni che verranno, come diceva del resto Siani in un lontano settembre del 1980, «La la volontà di cambiare, di mostrare anche l’altra faccia dei Quartieri si fa largo tra i residenti….si sentono proposte per la creazione di asili nido, consultori socio-sanitari, e poi ristrutturazione dei bassi, riassetto del territorio per la creazione di mercatini rionali, recupero del patrimonio artistico. Un quartiere, quindi, ricco di risorse da conoscere e da rivalutare per mostrare anche l’altra faccia».
Fabio Noviello