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Canguro o super canguro? Nessun intesa prima del voto in Aula.

Mentre si attende l’inizio delle votazioni in Senato per le unioni civili, previsto per le 16.30, si susseguono le riunioni per raggiungere un’intesa tra Partito Democratico, Lega Nord e Forza Italia per il taglio degli emendamenti ed evitare il ricorso al canguro, prassi parlamentare che consente di raggruppare gli emendamenti uguali e di contenuto analogo per contrastare l’ostruzionismo delle opposizioni.

Il patto tra Lega e Partito Democratico consisteva nel ritiro dei 4500 emedamenti presentati dai senatori leghisti per ottenere dalla maggioranza il ritiro del”canguro”: il banco sarebbe saltato dopo la riunione di ieri, a cui ha partecipato anche il Ministro Boschi, e ora inizia la conta dei voti perchè sarà il voto sulla stupechild adoption, rispetto alla quale il Governo ha lasciato libertà di voto, a definire la forza numerica della maggioranza in Senato.

Libertà di coscienza a voto palese: tra i vari emendamenti che rischiano di finire nel canguro ci sono quello a firma Pagliari-Chiti che prevede un preaffido di due anni, come anche l’emendamento caldeggiato dal Ministro della Giustizia Orlando per rafforzare l’intervento del giudice minorile.
Anche ai cattolici del Movimento Cinque Stelle è stata concessa la libertà di coscienza, per cui dei 35 senatori pentastellati 5 o 6 potrebbero votare contro la stepchild adoption; tutti favorevoli i sei senatori di Sel, come anche i membri del gruppo Misto, 14 in tutto, ex membri di Pd, Sel, M5s.
Un discorso a parte meritano i senatori a vita: tranne Giorgio Napolitano, il più assiduo alle votazioni a Palazzo Madama, gli altri non hanno manifestato le proprie intenzioni di voto per cui bisognerà tener conto anche di questa variabile, considerato che si tratta di ben sei voti.

Ad un primo impatto la step child adoption non passerebbe: 145 Sì sicuri, a fronte dei 147 No, senza tener conto dei voti del gruppo di Denis Verdini, Ala, che con i suoi 19 senatori, alcuni contrari alle adozioni, altri intenzionati a sostenere il Governo, potrebbero ancora una volta fungere da ago della bilancia salvando l’Esecutivo.
Al di là dell’articolo 5, il problema di fondo è quello di licenziare una legge le cui correzioni potrebbero risultare in contrasto tra loro come avvenne con la legge 40/2004, oggetto di sentenze della Corte Costituzionale Italiana e bocciata in più di un occasione dalla Corte europea dei diritti umani. 

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