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62 persone detengono la metà della ricchezza mondiale

62 supermiliardari hanno una ricchezza equivalente a quella della metà della popolazione mondiale.
Questo è quanto emerge da un rapporto della ong Oxfam pubblicato alla vigilia del World Economic Forum, il forum economico mondiale, che si tiene questa settimana a Davos.
Nei dossier pubblicati da Oxfam, l’ong impegnata nella lotta globale contro la povertà e l’ingiustizia, emerge che la disuguaglianza di ricchezza a livello globale, è un fenomeno che non accenna a ridursi , anzi secondo le stime nel 2020 saranno solo in 11.
 Lo studio indica tra l’altro che la ricchezza della metà più povera della popolazione mondiale – circa 3,6 milioni di persone – è scesa del 41% (pari a mille miliardi di dollari) dal 2010 a oggi.
In Italia l’1% della popolazione è in possesso del 23,4% della ricchezza nazionale netta.  Significativo osservare anche come l’incremento della ricchezza dal 2000 al 2015 non si sia distribuito equamente: oltre la metà è andata a beneficio del 10% più ricco degli italiani.

Questo il commento di Roberto Barbieri, direttore generale di Oxfam Italia:

“L’elusione fiscale delle multinazionali ha un costo per i paesi in via di sviluppo stimato in 100 miliardi di dollari all’anno, ed ha un impatto importante anche nei paesi OCSE come l’Italia. Il Governo Italiano può agire per porre fine all’era dei paradisi fiscali, sostenendo a livello nazionale e in Europa una serie di misure. Per le imprese multinazionali sono necessari maggiore trasparenza e approcci comuni da parte degli stati. Sosteniamo quindi l’obbligo di rendicontazione pubblica in ogni paese in cui le multinazionali UE operano (country-by-country reporting), e un modello vincolante di tassazione unitaria nella UE perché le tasse siano pagate laddove l’attività economica si svolge realmente. Per questo oggi Oxfam Italia lancia Sfida l’ingiustizia, una nuova campagna per dire Basta ai paradisi fiscali e rendere credibile l’impegno preso dai leader mondiali di eliminare la povertà estrema entro il 2030.”

 

 

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