Pierluigi Bersani è tornato a parlare dei meccanismi interni al Partito Democratico ieri sera nel suo intervento alla festa del partito a Roma Portuense. “È un fatto strutturale quando il tuo segretario è capo del governo devi stare attento a quel che dici. La discussione è un pochino inibita. Su questo va aperta una riflessione larga entro la fine dell’anno”, ha dichiarato l’ex segretario, che poi ha parlato anche della legge elettorale ancora in discussione in parlamento, dicendo che “non c’è ragione di lasciare l’ultima parola a Verdini”.
La replica dei renziani non è tardata ed è arrivata chiaramente attraverso i social. Su twitter il senatore Andrea Marcucci ha scritto: “Memo per Bersani. Renzi ha portato il Pd al 41%, dal 25% raggiunto dalla precedente segreteria, la fine del bicameralismo perfetto è traguardo storico del centrosinistra”.
In quello che si annuncia un vero e proprio scontro tra le varie fazioni interne al Pd non potevano mancare le parole di Massimo D’Alema che, intervenendo alla festa Pd di Ravenna, ha detto che “le risposte arrivate dai dirigenti del Pd confermano le mie preoccupazioni. Perchè se uno dice che è preoccupato perché c’è la disoccupazione e la crisi economica non gli si può rispondere che vuole le poltrone, come mi son sentito dire”.
Molti dei vecchi dirigenti del Pd sono rimasti senza poltrone con l’avvento di Renzi, e tra questi due cavalli di razza come gli stessi Bersani e D’Alema, ma anche Enrico Letta. Proprio i nomi di questi ultimi due sono circolati insistentemente nel toto nomine per le poltrone europee, finendo però fuori dalla resa dei conti.
Ciro Oliviero