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Morti per mano dello Stato

Caso Ferrulli, la Procura chiede sette anni per i quattro poliziotti. I quattro agenti sono accusati di omicidio preterintenzionale per la morte del 51enne ucciso mentre veniva arrestato in via Varsavia a Milano. Secondo il magistrato fu violenza gratuita ed ingiustificata, tesa a togliere la vita al malcapitato di turno, in questo caso Michele Ferrulli.

Purtroppo di questi casi se ne figurano fin troppi nelle cronache del nostro Paese. Non si possono dimenticare gli omicidi di Stefano Cucchi, ucciso durante il periodo di custodia cautelare, di Giuseppe Uva, morto in ospedale dopo aver trascorso una notte intera in caserma a Varese, di Federico Aldrovandi, appena diciottenne, ucciso per strada mentre tornava a casa, di Riccardo Magherini ucciso per le strade di Firenze da quattro carabinieri.

A volte ci si domanda, inutilmente, come mai le forze dell’ordine, che rappresentano lo Stato, arrivano a fare ciò. Il dubbio maggiore, è che vestirsi di un’autorità maggiore del dovuto e pestare il malcapitato, sia una prassi non così sporadica, come ci vogliono far intendere. Ed è per questo che i familiari delle vittime, e numerose associazioni chiedono ad alta voce di metter fine a questa storia, anche a tutela di chi ha abbracciato la causa dello Stato nel difendere il cittadino, in maniera impeccabile ed onesta.

Fabio Noviello

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