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The Gentlemen’s Agreement a Radio Siani

Il lanificio 25 è un contesto a parte. Un ex saponificio recuperato e restituito alla città, pieno di cimeli che ricordano il tempo che fu, strumenti di lavoro sparsi qua e là, fotografie e arredi di quello che una volta era quella fabbrica.

Stasera (sabato 12 aprile, ndr) ospita The Gentlemen’s Agreement con una tappa del tour promozionale del loro ultimo lavoro “Apocalypse town”. Non a caso parliamo di lavoro, visto che il concept dell’album è rappresentato da un operaio che vuole scappare ai meccanismi e alle sovrastrutture che lo alienano. Anche la produzione del disco ha il suo fascino: è stato realizzato senza l’uso della moneta, bensì tutto tramite baratto!

 

Radio Siani li ha intervistati per voi, prima del live.

 

Buonasera ragazzi, come sta andando questo tour?

 

Raffaele Giglio (cantante): Benissimo, stiamo avendo un ottimo riscontro da parte di pubblico e critica. Questa data viene già dopo diverse tappe. Abbiamo cominciato a Roma, a Brescia, a Fermo e a Caserta. Stasera qui al Lanificio.

 

Il concept dell’album, l’operaio che fugge dall’idea di lavoro. Com’è nata l’idea?

 

Raffaele: L’esperienza in Salento è stata illuminante. Siamo venuti a contatto con un modello di vita non standard. I contadini che danno valore ai frutti del loro raccolto, la pazienza che hanno nell’aspettarli. E a ciò si lega anche il concetto di tempo profondamente diverso col quale siamo venuti a contatto. Un tempo “autodeterminato”, non schiavo della frenesia, degli appuntamenti, ma capace di aspettare, senza correre. Poi è stata fondamentale anche l’esperienza di Gibbone (Percussioni), il quale ha lavorato in fabbrica per un po’, è stato in contatto con quel mondo e ci ha trasmesso le sue sensazioni.

 

Gibbone: Sì, ho lavorato in fabbrica, nella catena di montaggio all’età di 22 anni, come metalmeccanico. Sono stati anni duri, che mi hanno segnato. Ma ho cercato di trarne comunque un’esperienza positiva e spero di esserci riuscito, anche con l’aiuto dei ragazzi con cui abbiamo provato a musicare questo disagio. Dopo due anni però, ho scelto di andarmene.

 

Raffaele: Centrale, in questo nostro lavoro, è la possibilità di una scelta. Ci sono degli esempio in cui, anche se a fatica, si può scegliere di non far parte di questo sistema. Io stesso lavoro, lavoro poco, faccio un piccolo lavoro ma che mi permette di fare quello che mi piace, cioè suonare e le serate in cui suoniamo sono il maggior introito attualmente.

 

Disco interamente realizzato col baratto. Da dove siete partiti e come avete fatto ad arrivare alla produzione di un disco, con Subcava Sonora, e addirittura alla gestione di uno spazio così polivalente come il Lanificio?

 

Raffaele: Sempre in provincia di Lecce, abbiamo conosciuto Stefano Manca e con lui abbiamo realizzato il primo baratto vero e proprio. Gli abbiamo costruito una parte piccolina del suo studio di registrazione e lui ci ha permesso di registrare gratis per un mese. E poi c’è stato il baratto di un appartamento in centro con la gestione di questi spazi. Tutto quello che è stato fatto qua dentro è stato fatto con tanta passione.

 

Gibbone: Diciamo che quando realizzi un baratto non si instaura lo stesso rapporto che dà la moneta. Ti pago il servizio . rapporto umano nel bene e nel male, si stringono le relazioni molto di più. Nella pratica, però, è molto difficile. Il punto focale che lega tutto il lavoro è quello dell’alternativa. L’alternativa ad un modello. Come il personaggio del disco cerca l’alternativa ad un sistema che sembra essere una gabbia da cui non puoi uscire, lui cerca l’alternativa. Noi abbiamo cercato l’alternativa ad una prassi che sembrava del tutto consolidata: quella che per fare un disco servano per forza soldi. Anche il supporto di Subcava che rappresenta un’alternativa alla SIAE. Alcune cose il sistema te le impone e sono imprescindibili ma secondo me è possibile trovare un’alternativa per molte cose.

 

Raffaele: un altro elemento caratterizzante il nostro lavoro è che è stato tutto “toccabile”. Noi abbiamo toccato qualsiasi persona che ha lavorato con noi. La grafica, la persone che ha stampato la carta. Una certa particolarità, una sorta di magia.

 

Gibbone: Il disco più ‘Gentlemen’s Agreement’ di tutti, accordo tra gentiluomini basato su una stretta di mano e non su un contratto.

 

Pensate di continuare così?

 

Gibbone: Guarda, ne parlavamo proprio in questi giorni, “e poi? Dopo?”

 

Antonio Gomez (Contrabbasso): Dopo devi deciderlo tu, dipende dalle situazioni.

 

Raffaele: Il sistema sta cambiando. Adesso il produttore è una persone che ha una pila di dischi nel garaga e ha più contatti di te, basta! Anche la S.I.A.E. è un castello che sta scricchiolando.

 

Gibbone: Ma come tutte le cose umane, ha un inizio e una fine.

 

Il rapporto con la rete, col web, con le condivisioni.

 

Antonio: Ormai la rete è una piazza enorme, è una risorsa!

 

Raffaele: Libertà dal punto di vista di crescita. Ora la rete ti mette a disposizione tutto e forse è anche un po’ limitante per l’immaginazione. Però non si può non dire che insegna molto, ci sono tutorial su ogni cosa possibile e anche lo stesso acquisto di un disco, puoi decidere se farlo o meno dopo averlo prima ascoltato in rete.

 

Ultimissima domanda, sono uno spettatore e voglio barattare il costo del biglietto. Posso farlo?

 

Antonio: sei un sassofonista? Allora vieni a fare un assolo con noi. Suoni il basso? Vieni a suonare con noi, però devi suonare bene! *risate*

 

Grazie ragazzi, alla prossima!

 

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Luigi Oliviero

 

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