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Divinamente Lollo, Gina Lollobrigida

L’eterea, la sublime, la pura e intangibile Gina Lollobrigida, dotata di quella bellezza abbagliante capace di far perdere la testa a qualunque maschio (e ne sanno qualcosa i suoi colleghi di lavoro), in realtà si chiamava Luigina. E sarebbe quasi un beffa del destino, un particolare sminuente la sua “divinità”, se non fosse che quel nome originario in realtà si attaglia perfettamente ai tanti ruoli che la Lollo ha interpretato, molti dei quali all’insegna della sana rappresentazione popolare.

L’esordio dell’interprete laziale arriva nel 1946 con un piccolo ruolo nella “Lucia di Lammermoor” ma da lì a poco sarà proiettata nel gran giro internazionale. Nel 1949 sposa il regista Milko Skofic (dal quale avrà un figlio) e cominciano i suoi primi successi, fra i quali sono da annoverare “Campane a martello” di L. Zampa nel 1949, “Achtung, Banditi!” di Lizzani – 1951, “Fanfan la Tulipe” di Christian Jaque – 1951. Nel 1952 Renè Claire la sceglie per interpretare una piccola parte nel film “Belle di notte”, che però la lancia di fatto sul mercato internazionale; mentre in Italia, nello stesso anno, conquista una vasta popolarità con “Altri tempi” di Blasetti, con l’episodio “Il processo di Frine”.

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