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Mistico pop, Franco Battiato

Dall’esordio sperimentale alle prime incisioni di musica leggera, dall’elettronica all’avanguardia fino alla musica operistica e sacra, tutto questo è riassumibile nella carriera di colui che è forse il cantante italiano più particolare ed eclettico in assoluto.

Quando il giovane Battiato incominciò a farsi strada nel mondo della musica leggera alla fine degli anni sessanta, probabilmente nessuno avrebbe potuto immaginare che quel ragazzo sarebbe stato capace di passare da quel genere così facile e immediato alla sperimentazione più sfrenata per poi mutare di nuovo direzione, arrivare al grande successo con dischi di più facile ascolto e dedicarsi successivamente alla musica classica e lirica.

Nato nel 1945 a Jonia, un paesino in provincia di Catania, sin dai primi anni Settanta Franco Battiato partecipa attivamente alle correnti di ricerca e sperimentazione europee. Le sue prime incisioni discografiche escono, fra il 1971 e il ’75, per l’etichetta sperimentale Bla Bla e portano titoli originali ed evocativi quali gli ormai mitici “Fetus”, “Pollution”, “Sulle corde di Aries”, “Clic” e “Madamoiselle le Gladiator”. Passa poi alla Ricordi con la quale pubblica altri album di impatto poco commerciale come “Battiato”, “Juke Box” e “L’Egitto prima delle sabbie”, contenente uno straniante brano per pianoforte che gli vale addirittura il premio Stockhausen (il premio prende il nome appunto dal nume tutelare dell’avanguardia colta).

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