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Giappone: l’uscita dal nucleare costa 500 miliardi di euro

L’abbandono del nucleare può costare al Giappone investimenti nelle fonti rinnovabili pari ad almeno 50.000 miliardi di yen (500 miliardi di euro) entro il 2030. A tanto ammonta la stima diffusa oggi dal governo, nell’ambito delle nuove politiche energetiche del Paese che «saranno completate entro la fine della settimana o agli inizi della prossima», ha detto il ministro delle Politiche nazionali, Motohisa Furukawa. Le famiglie giapponesi dovrebbero sostenere oneri legati alle bollette energetiche pressoché doppi: dalla media mensile del 2010 di 16.900 yen (169 euro) al massimo di 32.243 yen del 2030.

Intanto il governo di Tokyo sta cercando di affrontare anche il problema delle scorie radioattive. E il Ministero dell’Industria punta a seppellirle. Una scelta sconsigliata dagli scienziati, ma giustificata dal governo come un modo per scoraggiare ulteriormente l’espansione atomica nipponica. L’abbandono graduale del nucleare in Giappone, insomma, porta Tokyo a non volere “riciclare” parte delle sue 14mila tonnellate di combustibile esaurito, sotterrandole invece da qualche parte. Così i ministeri dell’Industria, dell’Economia e del Commercio a presentare un disegno di legge che consenta lo smaltimento diretto dei residui nucleari esauriti. Anche se le scorie, in realtà, si possono solo “gestire”.

Fonte: www.globalist.it 

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