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Una vita per la scrittura, Matilde Serao

Matilde Serao nasce a Patrasso, in Grecia, il 7 marzo del 1856. Scrittrice di prestigio, tra le più prolifiche di sempre della letteratura italiana, con oltre settanta opere al suo attivo, è passata alla storia anche per essere stata la prima donna italiana a fondare e dirigere un giornale.

Al suo nome infatti, si lega quell’intenso momento di rinnovamento del giornalismo italiano che segna il passaggio dall’Ottocento al Novecento, ossia da un modo di fare informazione ancora tutto sommato artigianale, ad un altro tipo più efficace e impegnato, oltre che tecnologicamente avanzato. La città nella quale lavorò più intensamente e con risultati migliori è Napoli, dopo l’iniziale esperienza romana. La rubrica “I mosconi”, prima chiamata “Api, vespe e mosconi”, inventata proprio da lei sul foglio di Edoardo Scarfoglio, “Il Mattino”, è senza ombra di dubbio una delle trovate più acute e di prestigio della storia del giornalismo italiano.

Trascorre i primi anni della sua vita in Grecia, assorbendo però la cultura italiana di suo padre, Francesco Serao, avvocato e giornalista antiborbonico mandato in esilio negli anni tumultuosi dell’Unificazione. Sua madre, Paolina Borely, è invece una nobile greca, appartenente però ad una famiglia ormai in declino.

Con l’Unità d’Italia la famiglia Serao ritorna in patria, prima a Ventaroli, vicino Carinola, e poi a Napoli, dove Matilde compie i propri studi, per quanto in modo del tutto singolare. Il rientro in patria in realtà è datato 1860: le voci di un’imminente vittoria contro i Borboni hanno raggiunto anche il padre della piccola Matilde, che dal 1948, anno del suo allontanamento forzato, si guadagna da vivere come insegnante in terra greca.

Dal 1861, Francesco Serao inizia la sua attività di giornalista per “Il Pungolo”, foglio d’ispirazione liberale e molto apprezzato dal popolo napoletano. Pur nelle ristrettezze economiche nelle quali si trovano a vivere, che impediscono alla futura scrittrice di compiere studi scolastici ordinari, la giovanissima Serao frequenta e apprezza sin dagli anni dell’infanzia e della prima adolescenza l’ambiente che più le sarà familiare: quello della redazione di un giornale.

All’età di quindici anni, dopo essersi data da fare negli studi soprattutto da autodidatta si presenta in qualità di semplice uditrice alla Scuola Normale “Eleonora Pimentel Fonseca”, in Piazza del Gesù, a Napoli. Sono anni di svolta per lei e l’anno dopo, infatti, nel 1872, Matilde abiura la confessione ortodossa, trasmessale dalla madre, e si converte al cattolicesimo. Nell’arco di poco tempo allora, ottiene anche il diploma di maestra, pur continuando ad aiutare le finanze della famiglia. Vince, infatti, un concorso come ausiliaria ai Telegrafi di Stato: professione che la impegna per ben quattro anni, nei quali però matura in lei definitivamente l’amore per la letteratura e per l’impegno giornalistico.

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