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‘Ndrangheta, proteggevano il boss Condello: 17 fermi. Ma lui riesce a fuggire di nuovo

Tra gli arrestati 6 donne accusate a vario titolo di aver agevolato la sua latitanza: la convivente, le due cugine, tre prestanome. L’operazione è la continuazione di ‘Reggio nord’ condotta dai carabinieri il 5 ottobre 2011, nel corso della quale furono individuati una parte degli interessi economici della cosca

 

Latitante da 22 anni. Domenico Condello , 56 anni, ‘primula rossa’, dal 1990 e inserito nell’elenco dei 30 latitanti di massima pericolosità dalla Polizia, è riuscito a scappare di nuovo. Anche se, con l’operazione ‘Lancio’ la sua rete di sostegno, è stata smantellata. Si tratta di 18 provvedimenti di fermo (che scendono a 17 per la fuga del boss) eseguiti questa mattina dai carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Reggio Calabria.

 

Tra gli arrestati – accusati, a vario titolo, di aver agevolato il latitante – sei donne come riporta Il Corriere della Sera: Margherita Tegano, convivente del superboss; Caterina e Giuseppa Condello, cugine del latitante, tutte accusate di aver ostacolato la cattura del loro congiunto; e Giuseppa Santa Cotroneo, Maddalena Martino e Mariangela Amato, che i carabinieri indicano come figure principali con compiti, all’interno della cosca, di prestanome in molte attività imprenditoriali della famiglia Condello. Giuseppa Santa Cotroneo, suocera dell’ergastolano Pasquale Condello, 49 anni, inoltre – come ha affermato il pentito Paolo Jannò – si sarebbe adoperata nel nascondere le armi e le auto e favorito la latitanza di alcuni capi storici del sodalizio criminale Imerti-Condello-Tegano, coinvolti negli anni Ottanta e inizio Novanta nella guerra di mafia a Reggio Calabria che ha provocato circa mille morti.

 

L’operazione di oggi costituisce la prosecuzione dell’operazione ‘Reggio-Nord’, condotta dai carabinieri il 5 ottobre 2011, nel corso della quale furono individuati una parte degli interessi economici della cosca e in particolare quelli relativi all’acquisizione del villaggio-discoteca ‘Il Limoneto’, una delle strutture turistiche più importanti dell’hinterland reggino, che secondo l’accusa sarebbe stato riconducibile allo stesso Condello anche se intestato a soggetti “puliti”.

 

FONTE: Il Fatto Quotidiano

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