Home / Magazine / WebGiornale / Politica / L’obliquo architrave della politica ercolanese

L’obliquo architrave della politica ercolanese

La serata di lunedì si è caratterizzata per il caldo insopportabile e per il consiglio comunale nella città degli Scavi. Consesso riunito per approvare il bilancio di previsione. Sostanzialmente la catalogazione delle spese che quest’amministrazione ha intenzione di mettere in campo per quest’anno. Non solo. Tra le novità che si apprestano a muovere i primi passi dai prossimi mesi figura l’aumento delle tasse. L’Irpef, l’imposta comunale sul reddito delle persone fisiche, che aumenta dello + 0,20 per cento. In più l’aumento dell’accisa sull’energia elettrica. Aumento quest’ultimo che si va ad aggiungere agli aumenti previsti anche dal Ministero su base nazionale. Quello locale deriva da un’idea dell’assessore Liberti per far pagare una infinitesimale parte di tassa sui rifiuti anche a quanti evitano le cartelle di pagamento di Equitalia. Va da sé che la pagano anche tutti gli altri contribuenti che pagano regolarmente la Tarsu. Una rivoluzione. Così l’ha definita l’assessore al Bilancio Antonio Liberti. Sarà anche tale come idea, ma è pur sempre un aumento di tasse in un periodo in cui la crisi continua a fare vittime da portafoglio e buste paga. Senza dimenticare le ulteriori enormi difficoltà in cui versa la città di Ercolano. A prescindere dai problemi nazionali e sovranazionali.
Piano parcheggi sul quale si finisce per ingarbugliarsi sul colore delle strisce. Blu. Bianche. Gialle. E chi più ne ha più ne metta. Potremmo dipenderle tricolore. Questo per distinguere residenti di zona e forestieri. Ma le idee dei consiglieri non sono chiare. Mancanza di chiarezza anche sui fondi presenti sul capitolato 1458 per le fasce deboli. Lo scorso hanno, come denuncia il consigliere d’opposizione Colomba Formisano, erano previsti 67mila euro, dei quali vennero spesi solo sette, senza trovare spiegazione su dove siano finiti quei soldi. Quest’anno si è deciso di concederne esclusivamente sette.
Centomila euro al Mav senza conoscerne la programmazione. Trecentomila ad un fantomatico canile. Spese assurde, inutili, per le quali in alcuni casi non esiste spiegazione alcuna. Un bilancio che non si differenzia dunque di molto da quello dello scorso anno. Senza linea programmatica, checché se ne dica cercando spiegazioni che sanno tanto di arrampicata sugli specchi, che ormai è diventata professionale. La denuncia arriva anche dal consigliere di minoranza Nunzio Di Martino, che inizia il suo intervento con “anno nuovo, vita vecchia”. Poche parole che riassumono il pensiero di una parte di cittadinanza.
Diatriba sulle indennità tra lo stesso Di Martino e il capogruppo Pd Luigi Fiengo. Vari botta e risposta su demagogia, potenziale demagogia o presunta tale. Nulla che interessa la platea. Fiengo ha proposto al suo avversario di firmare un documento comune per la rinuncia alle indennità. Se arriverà mai quel giorno e quanti altri apporranno una firma a quel documento sono interrogativi senza risposta.
Pur annunciando il suo voto favorevole al bilancio Ciro Buonajuto del Pd ha sottolineato la mancanza di azioni concrete da parte di questa giunta, ricordando che la composizione della stessa non ha sentito della pancia dei cittadini che pur avevano indicato tra i primi cinque eletti di maggioranza persone al di sotto dei quarant’anni. Una mancata approvazione da parte di questi avrebbe portato senza ombra di dubbio dato maggiore fiducia agli stessi.
Il problema tipico di un architrave è quello di calcolare il peso che sopporta e valutare il rapporto tra lunghezza e altezza da utilizzare in concreto. Cosa ci sia di concreto in questa amministrazione fa sempre parte di quella lunga schiera di domande che ricercano risposta da più di un anno.

Ciro Oliviero

 

Vedi Anche

Biotestamento, il testo arriva alla Camera

Arriva in Aula alla Camera il Biotestamento. Il testo sulle ‘Disposizioni anticipate di trattamento, composto da …