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La politica ai tempi di facebook

altLa rete può essere un mezzo per fare politica. Spesso utilizzato anche per fare propaganda politica. Che è un’altra cosa. Non sono pochi gli esempi in cui l’etere è stato utilizzato come canale primo per avanzare candidature. Per dare risalto a personaggi poi divenuti conosciuti alla massa. Sia nel panorama nazionale che internazione, e fino anche a ridursi a quello locale. Scenario nel quale magari l’utilizzo della rete viene meno considerato.
C’era stato Youtube che aveva fatto iniziare questa mania di impazzare in rete. Qualsivoglia persona accedeva al canale, creando un proprio profilo. caricava riprese di veri e propri comizi. Od anche semplici rimproveri a personaggi politici più o meno noti. Intere campagne elettorali portate avanti su quel canale. Chi non ricorda il fenomeno Beppe Grillo.
Poi arrivò facebook. Non certo il primo social network. Ma quello che ha consentito, attraverso le sue infinite funzionalità, di mettere a nudo pensieri. Sia in forma scritta che video. Di qualsiasi genere se ne avesse voglia. È la nuova frontiera della politica il social network creato dal 26enne Mark Zuckerberg. Un giovane appunto. Giovane che ha dato l’opportunità, anche senza volerlo, a molti altri giovani di avere uno spazio sul quale confrontarsi. Creare rete.
Questo è quello che succede anche ad Ercolano. Non sono gli ultimi in ordine temporale i primi esempi in cui il social network più in voga in questo momento ha fatto da piattaforma. Valvola di sfogo. Ma non solo. L’ultima discussione è partita da un video caricato lo sorso 30 dicembre dal coordinatore del Forum dei Giovani della città degli Scavi, Nello Morandino. Un video che riprendeva la ditta preposta alla raccolta dei rifiuti intenta nel suo lavoro. O meglio mentre avrebbe dovuto farlo.
È bastato questo. Qualche semplice e legittima domanda di Morandino per scatenare un putiferio. Decine di persone si sono succedute in commenti su commenti. Non solo i giovani del forum. E non solo giovani. Giornalisti. Società civile. Esponenti di associazioni. Politici. Si è creata quella rete che è sinonimo del fare politica. Che dovrebbe esserlo quantomeno. Un fenomeno che non è poi tanto scontato in alcuni contesti. Esempio lampante quello della città degli Scavi. Un luogo in cui la politica si fa alla vecchia maniera. Sono presenti alcune associazioni e alcuni gruppi che cercano di fare quella cosiddetta politica dal basso. Molto spesso repressi per la mancanza di quella cassa di risonanza necessaria o per vere e proprie chiusure da parte dei poteri forti. Facebook e la rete in generale possono essere un punto di partenza per la creazione di movimenti civici, di quartiere, cittadini. Un punto di ritrovo, quand’anche quello fisico è impossibilitato dalla mancanza di spazi, per creare una sinergia. Quella rete a cui si faceva riferimento prima. Per creare quei movimenti dal basso. La politica dal basso. Un aspetto poco sviluppato, ma che, dove esiste e funziona bene, può essere di supporto alla buona politica vecchia maniera, o di contrasto e di miglioria dove la casta non riesce a trovare il bandolo della matassa.

Ciro Oliviero

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