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Processo Condor, ingiustizia è fatta

Otto condanne all’ergastolo e diciannove assoluzioni, questo è ciò che ne viene fuori dal ‘processo Condor’ la strategia elaborata dalle dittature sudamericane di Bolivia, Cile, Perù e Uruguay, al potere tra gli anni ’70 e ’80, che di concerto con la Cia strinsero un accordo finalizzato all’eliminazione di qualunque oppositore al regime, tra questi si contano anche ventitre cittadini di origine italiana. Tra gli assolti, figura anche l’unico che attualmente risiede in Italia, a Battipaglia, in provincia di Salerno, e cioè l’uruguayano Jorge Nestor Troccoli Fernandez, ritenuto un componente dell’intelligence legato alla dittatura del suo Paese, all’epoca dei crimini, capitano del servizio segreto della marina uruguaiana, dove era conosciuto come ‘el torturador’.

Tra le vittime italiane, figura anche Juan Josè Montiglio, un giovane di origini piemontesi, socialista, membro della scorta personale del presidente cileno Salvador Allende, ucciso durante il golpe militare del dittatore Pinochet del 1973.

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