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Legambiente: Rapporto Ecomafie 2016

Legambiente.it

Il 5 luglio 2016 a Roma nella sede del Senato è stato presentato “Ecomafia 2016 di Legambiente, le storie e i numeri della criminalità ambientale in Italia”, edito da Edizioni Ambiente con il sostegno di Cobat.

 

Da un confronto con i dati del 2015, emerge una leggera flessione dei reati ambientali ma un aumento degli arresti, una inversione di tendenza derivante dall’introduzione nel Codice Penale dei delitti contro l’ambiente. 

Sul sito ufficiale di Legambiente si legge infatti:

 

Nel 2015 accertati 27.745 reati ambientali e 188 arresti. 24.623 le persone denunciate e 7.055 i sequestri.
Crescono gli illeciti nella filiera agro-alimentare, i reati contro gli animali e gli incendi che hanno mandato in fumo più di 37.000 ettari.  In calo i reati relativi al ciclo dei rifiutiCostruiti illegalmente 18mila immobili.
Resta la morsa dell’ecomafia nel Mezzogiorno. La Campania in testa alla classifica regionale degli illeciti. Il Lazio è sempre la prima regione del centro Italia, la Liguria è la prima del Nord.
La corruzione fenomeno dilagante, è l’altra faccia delle ecomafie. La Lombardia è la regione con il numero più alto di indagini.
Continua in maniera marcata il controllo degli ecomafiosi tra le aree boschive e agricole.
Il business dell’ecomafia, in calo, è di 19,1 miliardi.

 

Un cambiamento lento avviato nel 2015 grazie all’approvazione della legge sugli ecoreati che sembra proseguire positivamente nel 2016, anno in cui sono già visibili i primi risultati di un’azione repressiva più funzionale e adeguata nei confronti di chi inquina.

 

“Nei primi otto mesi dall’entrata in vigore della legge sono stati contestati 947 ecoreati, con 1.185 denunce dalle forze dell’ordine e dalle Capitanerie di porto e il sequestro di 229 beni per un valore di 24 milioni di euro. Sono 118 i casi di inquinamento e 30 le contestazioni del nuovo delitto di disastro ambientale.”

 

La Campania, purtroppo, è confermta la “regione dei record di illegalità ambientale con 4.277 reati accertati, il 15,6% del totale nazionale, con un aumento del 15% rispetto lo scorso anno (erano 3725 gli illeciti ambientali).” Sul sito Legambiente Campania è possibile leggere i numeri e le dichiarazioni del Presidente Legambiente Campania Michele Buonomo:

 

“È urgente affiancare alla risposta giudiziaria, una risposta che deve nascere dal tessuto imprenditoriale e sociale e che deve essere accompagnata con forza dalle istituzioni. Capace di dare alternative in termini di fatturati, profitti, creazione di lavoro e di servizi per occupare da subito gli spazi che vengono liberati dall’oppressione mafiosa ed ecocriminale. Fondata sulla sostenibilità ambientale e sulla coesione sociale, a partire proprio dai territori dove in questi anni è stata forte anche la risposta dello stato, con migliaia di arresti e decine di migliaia di beni e aziende confiscate. Al sistema economico criminale, in sintesi, deve essere contrapposto un nuovo modello di Economia civile, recuperando i principi di quella scuola di pensiero nata a Napoli nella seconda metà del Settecento, che aveva come paradigmi il mercato come luogo di cooperazione, la felicità pubblica, il bene comune, le virtù civiche.

 

Una sinergia quindi tra Stato, sistema giudiziario e responsabilità civile che possa finalmente debellare un fenomeno così tristemente e fortemente radicato dal nord al sud del Belpaese.

 

Legambiente ribadisce quindi l’importanza di un consistente rafforzamento del quadro normativo in materia di reati ambientali con leggi ad hoc, che possano fornire un’arma fondamentale nella lotta all’ecomafia, uno degli affari più fruttuosi dei 326 clan censiti unitamente al fenomeno della corruzione, altro grande protagonista del sistema ecomafioso.

 

Alla presentazione del Rapporto Ecomafia hanno partecipato Rossella Muroni, Presidente di Legambiente, Piero Grasso, Presidente del Senato, Andrea Orlando, Ministro della Giustizia, Gian Luca Galletti, Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Franco Roberti, Procuratore Nazionale antimafia, Tullio Del Sette, Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, Rosy Bindi, Presidente Commissione Parlamentare di inchiesta sul fenomeno della mafia e sulle altre associazioni criminali, anche straniere. Ed ancora Alessandro Bratti, Presidente Commissione Parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati, Donatella Ferranti, Presidente Commissione Giustizia della Camera dei Deputati, Ermete Realacci, Presidente della Commissione Ambiente della Camera dei Deputati, Giancarlo Morandi, Presidente Cobat – Consorzio Nazionale Raccolta e Riciclo, e Stefano Ciafani, Direttore generale di Legambiente.

 

IL RAPPORTO ECOMAFIA 2016

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