Si parla di almeno un milione e mezzo di euro che il Cara di Mineo uno dei più grandi centri europei per rifugiati in provincia di Catania, per anni avrebbe rubato alle casse dell’Unione Europea, ottenendo rimborsi in misura superiore del dovuto, gonfiando il numero di presenze di immigrati all’interno del centro. L’inchiesta al Cara di Mineo rientra ed è seguente al filone di Mafia Capitale. I sei indagati, a vario titolo, per i reati di falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici e per truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche ai danni dello Stato e dell’Unione Europea dell’inchiesta della procura di Caltagirone sono Sebastiano Maccarrone, direttore Cara; Salvo Calì, presidente Cda Sisifo, consorzio di cooperative capofila dell’Ati fino a ottobre 2014, Giovanni Ferrera, direttore generale Consorizo ‘Calatino Terra d’accoglienza’; Roberto Roccuzzo, consigliere delegato Sisifo; Cosimo Zurlo, ad ‘Casa della solidarietà’ consorzio coop dell’Ati fino da ottobre 2014 ad oggi e Andromaca Varasano, contabile del nuovo Cara Mineo.
Fabio Noviello