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Bonifica assegnata ad un condannato per smaltimento illecito di rifiuti.

Si continua a morire per l’inquinamento da amianto, eppure, ironia della sorte, a Napoli accade che il Comune affidi la bonifica per la rimozione ad una ditta di Acerra, tra i cui proprietari vi è un condannato in secondo grado a sette anni di reclusione per traffico illecito di rifiuti e disastro ambientale.

Mentre dal Comune rivendicano la regolarità dell’aggiudicazione, i comitati e le associazioni affermano che avevano seguito le vicende giudiziarie dei fratelli Pellini, uno dei quali era un ex maresciallo dei Carabinieri, e aveva fatto scaricare illegalmente nel territorio cittadino tonnellate di rifiuti di ogni genere.

La gara è stata affidata alla società Atr per 204 mila euro, con un ribasso del 45%, battendo i concorrenti della Deflam.

Il vice sindaco di Napoli, Raffale del Giudice, contattato dal Corriere del Mezzogiorno, sostiene la necessità di “creare aziende pubbliche per effettuare interventi di risanamento ambientali delicati e a rischio”.

Pur non essendovi elementi formali e legali, tali da impedire che l’Atr si aggiudicasse il lavoro di bonifica, resta però la sentenza della Corte di Appello che, in merito alla responsabilità dei fratelli Pellini, “negava agli imputati le attenuanti generiche in ragione della particolarmente grave condotta posta in essere (…) tenuto conto della professionalità serbata nell’azione criminosa e del grave allarme sociale che promana dal fatto”. 

 

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