Radio Siani la radio della legalità
Non riusciva ad accettare che nonostante aspettassero una bambina Carla aveva deciso di interrompere la loro relazione, e cosi Paolo Pietropaolo ha deciso di punire la compagna dandole fuoco davanti alla loro abitazione a Pozzuoli.
La donna, alla 34 settimana di gestazione, è stata soccorsa da un vicino di casa e portata al Cardarelli, dove ha dato alla luce la piccola Giulia Pia: da ieri è intubata e lotta tra la vita e la morte avendo riportato ustioni sul 45% del corpo.
Dopo il folle gesto l’uomo è scappato, ma la sua fuga è terminata a Formia a causa di un incidente stradale in cui è stato coinvolto.
La notizia dell’aggressione alla donna è rimbalzata sui social: centinaia i messaggi di solidarietà degli abitanti della città di Pozzuoli, dove stasera si terrà una fiaccolata silenziosa, che partirà alle 21.00 da Piazza a mare. Ancora una volta ci si riunirà per dire no alla violenza contro le donne, sempre più spesso vittime di un “amore malato”.
L’aggressione di ieri non è e non sarà l’ultima; i dati sul femminicidio (Terzo rapporto Eures) nel nostro paese sono allarmanti: le vittime sono sempre più giovani, la violenza avviene all’interno di relazioni di coppia, ma anche da parte di ex partner incapaci di accettare la fine di una relazione; estrema litigiosità, gelosia e possesso i moventi più comuni che spingono un uomo, nel 90% dei casi l’assassino, ad uccidere la “propria donna”.
Ma di chi è la colpa se in Italia il femminicidio è in costante aumento e spesso non si riescono a prevenire quelle che sono definite “tragedie annunciate”? E’ individuale, cioè di quegli uomini che non riescono a considerare la donna come loro pari, o collettiva, e quindi un pò nostra che non riusciamo a scardinare un sistema in cui la violenza contro le donne non è solo fisica ma anche e soprattutto psicologica?
