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Ercolano, omicidio Borrelli, quattro indagati

In questi casi ma in circostanze diverse, diremmo che questa mattina sono scattate le manette per quattro indagati per l’omicidio Borrelli, ma nei fatti non è proprio così, in quanto i quattro indagati, sono già detenuti di cui tre di questi al 41 bis. Birra Giovanni, reggente del clan Birra, e vecchio proprietario dei locali in cui ha sede Radio Siani, detenuto in regime di 41 bis, assieme a Zeno Stefano anche lui al 41 bis, per aver decretato l’omicidio ed aver partecipato alle fasi organizzative di questo. Zeno Giacomo e Sannino Franco, accusati di essere gli esecutori materiali dell’omicidio Borrelli avvenuto nell’agosto del 1997.

La cronaca dei fatti, mette in luce quel protocollo camorristico che viene seguito fedelmente in moltissime esecuzioni di morte per mano della criminalità. Il 30 agosto 1997 alle ore 18 Borrelli Giuseppe, un uomo ritenuto vicino al clan rivale, gli Ascione-Papale, in sella al suo motorino percorreva Corso Italia ad Ercolano, quando, giunto nei pressi della chiesa del Rosario venne raggiunto da nove colpi di arma da fuoco, esplosi da un secondo ciclomotore avvicinatosi a Borrelli, sul quale viaggiavano Zeno e Sannino. Sentite le esplosioni, il parroco accorse fuori e soccorse Borrelli, caricandolo in auto di una persona conosciuta per il trasporto in ospedale, ma una volta giunto al pronto soccorso dell’ospedale Maresca di Torre del Greco, per i numerosi danni riportati Borrelli decedeva alle ore 18.38.

Una vendetta ponderata, in quanto Borrelli Giuseppe, oltre ad essere uno dei principali esponenti ed uno dei maggiori esperti del traffico di droga del clan Ascione, era ritenuto dai Birra, uno dei soggetti coinvolti direttamente nell’omicidio di Iengo Tommaso e del figlio Duilio, ucciso la settimana precedente. La vendetta venne servita in una maniera molto cruenta, con nove bossoli calibro 9×21 Juger, ritrovati poi sul luogo del delitto, che gli trafissero il volto e la regione lombare.

Fabio Noviello

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