Il titolare di una concessionaria di auto e un commerciante di abbigliamento hanno deciso di collaborare con le forze dell’ordine denunciando un giro di usura: grazie al loro coraggio sono scattate le misure cautelari in carcere e ai domiciliari per usura ed estorsione ai danni di due commercianti ercolanesi.
Nell’inchiesta è coinvolto il fratello del vicesindaco Luigi Fiengo.
Ancora una volta, l’operazione porta la firma dei carabinieri della compagnia di Torre del Greco e della tenenza di Ercolano, (agli ordini del maggiore Michele De Rosa e del tenente Gianluca Candura).
Si stringe sempre più la rete sulle attività illecite della città degli Scavi: ormai l’attacco è alla cosiddetta “zona grigia”, quella degli insospettabili.
In questo caso sono infatti indagati Antonio Lucarella, pensionato già impelagato in altre indagini, residente a Portici, ma anche Ciro Di Buono, anche egli di Portici, ma incensurato e titolare di un salone di barbiere in via Diaz. Nei guai, anche Nicola Fiengo, uno dei quattro fratelli dell’impero di “F.lli Fiengo” leader di settore nella produzione, lavorazione e trasformazione di prodotti in ceramica, in pietra anche lavica, in granito e in marmo e similari.
Per Lucarella e Di Buono l’accusa è di avere prestato 5.500 euro nel 2008 e di avere poi preteso un corrispettivo di 12.500 euro comprensivi di due orologi dal valore di 3mila euro per soli 16 mesi di interessi. Successivamente per un prestito di 2.700 euro si sarebbero fatti ridare, nell’ arco di un mese, interessi di natura usuraria per 3mila euro.
Nel 2012 su di un ulteriore prestito di 7.500 euro hanno estorto al commerciante nel corso di soli due anni una cifra di circa 14mila euro.
Più articolata la vicenda che vede coinvolto Nicola Fiengo, fratello maggiore dell’attuale, da soli tre giorni, vicesindaco della città di Ercolano, Luigi. Ai danni del titolare della concessionaria, in corrispettivo di un prestito di denaro di 40mila euro nel 2013 si faceva promettere 10mila euro di interessi entro i quattro mesi successivi. Un nuovo prestito di 50mila euro costringeva il richiedente a intestare un terreno del valore del bene stimato intorno ai 270mila euro, conseguendo vantaggi usurai per 220mila euro, ed ancora si faceva dare un suv e una utilitaria Fiat, quest’ultima intestata alla figlia di un suo dipendente. La vittima fu successivamente pressata con altre richieste fino a quando ha deciso di denunciare.
Redazione