Oggi, a causa del terrorismo, la parola musulmano è sinonimo di violenza e barbarie, ma l’Islam non ci sta. Intervista a Massimo Cozzolino, segretario dell’associazione che gestisce la moschea di piazza Mercato, presidente della Federazione islamica campana e membro della Consulta islam italiana.
“La violenza del terrorismo è respinta in tutte le sue forme. Nel Corano c’è scritto che chi uccide una persona uccide l’intera umanità. L’Islam e i musulmani sono ben altro da quello che le persone vedono o sentono dalla televisione e dai giornali”
Oggi quando si parla di musulmani si pensa in automatico al terrorismo, un’equivalenza dannosa. Ci aiuta a fare un po’ di chiarezza?
Intanto va detta una prima cosa: molti hanno una scarsa conoscenza dell’Islam, termine che quasi sempre viene associato erroneamente ad altri termini con islamico, islamista, terrorista. Il nostro messaggio è diverso, fa riferimento al significato originario della parola che è pace. Per questo motivo siamo impegnati con le istituzioni locali, nazionali e religiose affinché tutti possano conoscere la nostra cultura in modo corretto, soprattutto oggi che la nostra società è fortemente multietnica. Dopo il terribile attentato alla sede di Charlie Hebdo, abbiamo voluto fare una visita di cortesia al console francese che a sua volta ha ricambiato venendo a trovarci nella nostra moschea di piazza Mercato e con me a riceverlo c’era anche l’assessore del Comune di Napoli Fucito. Ultimamente, inoltre, abbiamo ricevuto la visita di alcune scuole elementari ed è stato molto bello perché i bambini, che già di fatto convivono e giocano con i loro amici e compagni di classe musulmani, possono imparare e vedere da vicino ciò che sono la nostra religione e i nostri valori, ben diversi da quanto sentono in televisione. La miglior risposta al terrorismo è il nostro concreto atteggiamento di apertura e di disponibilità verso tutti.
Perché i terroristi si definiscono di matrice islamica quando, come lei sottolinea, non hanno nulla in comune con il vero Islam?
Questi gruppi, che noi consideriamo anti-islam, cercano una legittimazione di stampo religioso per le loro barbarie, dettate da interessi politici ed economici. I terroristi e le loro azioni sono state duramente condannate da tutto il mondo islamico, dall’Egitto all’Arabia Saudita. La violenza del terrorismo è respinta in tutte le sue forme. Nel Corano c’è scritto che chi uccide una persona uccide l’intera umanità. L’Islam e i musulmani sono ben altro da quello che le persone vedono o sentono dalla televisione e dai giornali. Ci sono forme degenerative all’interno della galassia islamica, ma non abbiamo niente in comune con queste forme. Detto questo, non dobbiamo sempre giustificarci per le azioni commesse dai terroristi e dalle quali abbiamo preso nettamente e da sempre le distanze.
Veniamo alla moschea di Piazza Mercato. Quanti fedeli accoglie, soprattutto che ruolo svolge all’interno della comunità?
È una delle moschee più grandi del centro sud perché oltre ad assolvere alle funzioni religiose, si fa carico anche di assistere i migranti in condizioni di disagio, chi fugge dalla guerra e dalla fame, offrendo loro servizi di docce, mensa, assistenza medica, legale, psicologica. Attività che sono finanziate sia dai membri della comunità, sia da bandi pubblici ai quali a volte partecipiamo insieme con altre associazioni. Inoltre, noi riteniamo essere il nostro luogo di culto un luogo pubblico quindi apriamo volentieri le porte della moschea alle iniziative del Comune di Napoli come ad esempio Maggio dei Monumenti, così da poter spiegare e far conoscere la nostra cultura e religione a chiunque ne sia interessato.
In seguito all’attentato di Parigi e alle decapitazioni quasi in diretta su internet, qui a Napoli la comunità musulmana è stata oggetto di pregiudizi e di sentimenti di intolleranza?
Ha risentito di questa pubblicità negativa, ma ha cercato di reagire in modo giusto sottolineando la sacralità del valore della vita, elemento comune a tutte le religioni. Peraltro quando è venuto Papa Francesco a Napoli, io ho avuto la possibilità di avere un colloquio con lui e in questa occasione abbiamo proprio condiviso i comuni valori del sostegno agli ultimi, della solidarietà, nonostante la diversità dell’appartenenza religiosa.
Per visitare la moschea?
La mostra moschea è settimanalmente aperta a gruppi di persone. Chiunque vuole può venire qui e parlare liberamente con noi o fare una visita organizzata, prendendo ovviamente prima un appuntamento con i responsabili.
Ornella Esposito