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Quelle banche che alimentano i conflitti

Il mensile ‘Nigrizia’, dedica il numero di giugno alla Relazione al Parlamento sulle operazioni autorizzate e svolte per il controllo dell’esportazione e transito dei materiali di armamento riferita all’anno 2014. Nel documento sono illustrati i nomi di quelle banche italiane sui cui conti vi sono transazioni legate al commercio di armi. Tra queste figurano Unicredit leader italiano con più del nove per cento delle transazioni, seguita da il Banco di Brescia facente parte del gruppo Ubi Banca con più del quattro per cento delle transazioni. A livello internazionale, sono tre i più grandi colossi e sono Deutsche Bank, Bnp Paribas di cui fa parte l’italiana Bnl, e la Barclays che chiude il podio. Tra i paesi che spiccano come i maggiori compratori di armi ci sono l’Algeria, gli Emirati Arabi, la Gran Bretagna , Israele, l’Arabia Saudita, la Turchia, tutti paesi che direttamente o in maniera più nascosta sono coinvolti in violenti conflitti. Anche il nord dell’Africa ed il Medio Oriente hanno instaurato questo tipo di rapporto commerciale con le aziende d’armi e quindi con le banche italiane.

Fabio Noviello

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