
A breve alla Camera sarà discussa la riforma del terzo settore, dell’impresa sociale e del servizio civile. Una legge delega che fissa i principi generali, cui seguiranno poi i decreti legislativi del governo. I principi generali tratteggiano un provvedimento con lati abbastanza “oscuri”, tra cui il nuovo ruolo dell’impresa sociale. Una sorta di figura giuridica ibrida che mette insieme la finalità sociale e la possibilità di distribuire utili e di remunerare il capitale investito.
L’impresa sociale potrà intervenire anche in settori quali la formazione universitaria e l’assistenza sanitaria. La filosofia che i principi generali di questo provvedimento delinea è quella del non profit americano: sostitutivo del settore pubblico e alimentato da agevolazioni fiscali e donazioni dei privati. Con questa riforma l’esperienza partecipativa e sociale del terzo settore andrebbe verso una dimensione imprenditoriale. Inoltre la riforma non prevede alcuna forma di tutela e regole per i lavoratori del terzo settore.
Una deriva che porterebbe verso un “profit” capace di trasportare nel terzo settore gli aspiranti cooperanti ma aspiranti imprenditori.
Mimmo Caiazza
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