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Il Pd di Ercolano e la guerra di trincea

La storica e sanguinosa battaglia della Marna, risalente alla prima Guerra Mondiale, diede vita a quella lunghissima serie di trincee che dallo stretto della Manica arrivavano fino in Svizzera. Canali e fossati collegati tra loro, costruiti senza riposo ogni qualvolta uno degli eserciti avanzava. Da una parte gli alleati, dall’altra gli imperi centrali. In quel fazzoletto di terra si consumò una delle più sanguinolenti guerre della storia. Su quella linea di confine francese si agì senza controllo, con troppa fretta, arrivando a quel famoso stallo, quell’enorme pantano fatto di fango, trincee, fossati, dove avanzare ed arretrare era diventato impossibile.

Ecco lo stato attuale del Pd di Ercolano, impantanati nella loro stessa guerra di trincea, dove ormai uscire dal pantano sembra un’impresa impossibile. Non si avanza e non si arretra, si resta costantemente fermi. Immobili.

Da via Largo Giardini ad Ercolano a via Toledo a Napoli si sono scavate le trincee cancellando di fatto le altre strade percorribili, forse anche più consone ed adeguate alla storia cittadina e ai reali bisogni della città.

Il Sindaco uscente Vincenzo Strazzullo, il vice sindaco Antonello Cozzolino, il consigliere Ciro Buonajuto e l’ex assessore Gennaro Sulipano si contendono lo scettro della candidatura a sindaco di quella fantomatica area di centro sinistra che demanda al Pd la guida della città.

La città rossa degli ultimi vent’anni non ha mai avuto neanche lontanamente il timore di perdere la guida proveniente dal centro sinistra, leadership che ad ogni tornata ha ottenuto risultati notevoli. Mai un candidato sindaco dell’opposizione ha impensierito il candidato sindaco del centro sinistra.

Come mai? Come è possibile? Davvero in città non esiste un candidato di centro destra all’altezza? Eppure sono presenti tutti i partiti, tutte le sigle che da decenni governano e vincono a livello nazionale e nell’ultima competizione elettorale anche in Campania e alla Provincia di Napoli, perche ad Ercolano il centro destra non prova a competere per la vittoria? Non gli interessa?

D’altronde è inequivocabile la lettura (basta sfogliare i verbali stenografati dei consigli comunali) per evincere il comportamento degli esponenti del centro destra, che in quest’ultima consiliatura per “senso di responsabilità” si sono superati, diventando i prodi soccorritori della squadra di governo cittadino quando la maggioranza per disaccordo o per capriccio faceva venir meno i numeri. Questo aspetto tutto politico, che sembra non dispiacere all’apparato locale, perché continua a non essere analizzato dalla destra campana?

Anche perché la barca di Pietro affollata da un lato, inizia a squilibrarsi e si sa che su una barca senza equilibrio il rischio ribaltamento alla prima mareggiata è quasi certo. Rischio quest’ultimo che sembra non percepito. Perché? Tutti affaccendati altrove sottocoperta?

Sul ponte corridoio di centrosinistra si sta stretti. Il gruppo di naviganti e marinai da anni denuncia mancanza di spazi, la cosiddetta “azione politica”. Lo stare tutti da una parte crea confusione, oltre a rendere l’imbarcazione in equilibrio precario. Ma quello che più preoccupa è la cambusa chiusa e povera, e si sa che il cambusiere prende ordini dal capitano. E molti marinai sono stanchi della misera scodella di minestra riscaldata.

Perche si è arrivato a questo, il capitano è avaro? Il capitano guida una barca che va oltre le sue possibilità o traccia la rotta senza concordarla con l’equipaggio? Il dato e che in questa misera guerra di trincea si è impantanati e non si vedono bandiere all’orizzonte.

Quattro esponenti del Pd alla luce del sole, e forse altri in penombra, sono ormai scesi in trincea da tempo, impantanandosi nelle loro stesse linee, appunto come l’ultima fase della prima grande guerra.

A questo punto il circolo del Pd di Ercolano cosa fa? Il neo segretario eletto Antonio Liberti con non poche tensioni interne, considerando anche l’incarico di assessore alle finanze dal primo giorno della giunta Strazzullo ha dovuto rinunciare alla doppia carica per sua scelta o per richieste interne questo poco conta, fatto sta che la sua elezione ha causato non poche tensioni all’interno del circolo.

Circolo che dopo anni di commissariamento ha ripreso un cammino autonomo, costituendo tutti gli organismi previsti: segreteria, direttivo, tesoriere e commissioni varie. A questo punto perché il circolo di Ercolano non riesce a indicare una direzione? Perche il circolo di Ercolano non riesce a tracciare la strada per uscire dal pantano? E pure ci sono tutti gli strumenti per farlo.

Il segretario consultandosi prima con gli organismi interni non dovrebbe essere tenuto a fare una scelta e tracciare la rotta? Chi bisogna aspettare, la decisione non spetta al circolo di Ercolano? E se no, a chi spetta, al segretario provinciale, al regionale? Ai capi corrente napoletani? E se anche fosse così perché non viene presa una decisione? E che senso avrebbe poi il circolo di Ercolano, se si riducesse ad un avamposto di qualche generale che decide per tutti? Tutte le belle parole sulle sezioni, sui riferimenti territoriali, l’autonomia, la politica, la città, il programma. Tutto svanirebbe a discapito di un solo generale che decide le sorti. La pluralità, il confronto, la democrazia, dove andrebbero mai a finire?

Nel pantano di trincea ci sono tutti, così come sottocoperta, nessuno che sembra interessarsi della rotta o quantomeno discutere sulla stessa, il dove arrivare, ma non dovrebbe essere la rotta, dove si vuole andare e soprattutto come, in che modo, l’aspetto politico più importante. Per quali strade, ambiente: bonifiche o cemento? Urbanistica: strade o decoro urbano? Parchi e aree verdi o parcheggi sotterranei? Politiche sociali o edilizia? Piano commerciale o liberalizzazione selvaggia? Legalità e trasparenza o burocrazia? Non è su aspetti del genere che un partito dovrebbe interrogarsi e decidere il suo esponente più autorevole per provare a realizzare le azioni decise?

Sembra che tutto questo sia impossibile, date anche le legittime aspettative personali dei quattro e forse più candidati, come fare? In questi casi lo statuto del Pd non prevede le tanto osannate primarie? Perche non le vogliono mettere in atto? E perché il segretario continua a tergiversare su una scelta di campo netta? I tempi stringono e siamo prossimi anche alla presentazione delle liste. Tutto è legittimo, tutto è possibile, democrazia e libertà, ma si continua a non uscire dal pantano.

Tutto questo perché è successo e continua a succedere? Kant ci insegna che la morale è un imperativo categorico, nella confusione delle regole e delle aspettative, perché non ci si appella a quest’ultima per il bene e il futuro della città di Ercolano? Forse è che a far gola qualsiasi sia la rotta ma chi se ne frega è soltanto quella maledetta chiave della cambusa?

Giuseppe Scognamiglio

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