Home / Magazine / WebGiornale / Politica / Ercolano ha perso la faccia

Ercolano ha perso la faccia

Ercolano. Le primarie del Partito Democratico della città degli Scavi si terranno. A ribadirlo nella pubblica assemblea tenutasi ieri a Largo Giardini sia il segretario provinciale Venanzio Carpentieri che il segretario regionale Assunta Tartaglione. Anche se non doveva essere questo l’argomento all’ordine del giorno.

Nell’assemblea di lunedì sera si sarebbe dovuto parlare delle tessere definite da più attori “irricevibili”. Argomento questo che è stato trattato in alcuni, ma non in tutti, gli interventi che si sono succeduti nelle quasi cinque ore di dibattito. Venti, trenta, quaranta. I numeri delle tessere che sarebbero state richieste da personaggi legati alla camorra ercolanese o da cittadini imparentati con gli stessi si sono sprecati nell’ultima settimana. La questione è al vaglio degli inquirenti e saranno le indagini a decretare se e quanti hanno richiesto di iscriversi al Pd di Ercolano sono legati alla camorra. Il problema è politico. Questo il refrain ripetuto più volte e da più parti. Non v’è dubbio che il problema sia politico. Gli alibi messi sul tavolo nel corso del tempo non possono sorreggere il giusto malcontento di un’intera città. Una città che alle prossime elezioni, hanno dichiarato in vari interventi alcuni esponenti del partito lo stesso lunedì, voterà nuovamente compatta il Partito Democratico perché il resto è quasi nullo nella città degli Scavi. Voti che più che al partito sono riferibili ai candidati “cavalli di razza” che, qualora decidessero di spostarsi in altre formazioni politiche manterrebbero lo stesso elettorato. Segno questo che sono i singoli ad avere consenso e non il partito ad aggregare cittadini per le sue proposte territoriali.

La lotta alla camorra. All’illegalità. Le battaglie civili. Le denunce. Le mani battute in petto in segno di appartenenza alla cosiddetta società civile. Questo, ed altro, hanno avocato a sé molti dei politici, tra cui vari amministratori cittadini, che sono intervenuti all’assemblea pubblica. Un refrain, anche questo, più volte ascoltato negli anni, che ormai sa di obsoleto. Anche perché quando siamo stati in tribunale ad assistere alle udienze del maxi-processo al racket dove i commercianti ricostruivano le proprie denunce ai camorristi non erano presenti tutti gli esponenti del Pd che ieri sottolineavano la propria storia di denuncia e di vicinanza alle battaglie cittadine. Così come nessuno di loro era presente in aula quando Radio Siani identificava sempre in quell’aula di tribunale Franco Sannino dopo aver subito le minacce. In una città come Ercolano diventa straordinario ciò che dovrebbe essere più che ordinario. Di default. Un amministratore comunale, un militante di partito che lotta le illegalità, la criminalità organizzata. È davvero necessario sottolinearlo, ribadirlo? Così tanto spesso tra l’altro. Non dovrebbe. Ma assunto che qui l’ordinario si fa straordinario ci sta. Ci sta anche questo. Perché la città derackettizzata non è merito di questa o di altre giunte e consigli comunali. Il rischio di divenire facile bersaglio della camorra, che, checché se ne dica esiste ancora, non è dei politici. Neanche di qualcuno che ha subito, o dichiara di aver subito, minacce, pressioni, disturbi. Quelle ci sono quotidianamente. In ogni amministrazione di ogni ordine e grado. Dalla Val d’Aosta alla Sicilia. Mafiose, criminali, politiche o di qualsivoglia altra natura. Fanno parte della politica. Devono essere messe in conto, per così dire.

Le tessere “irricevibili” restano un problema. Faccio fatica a credere che queste persone si siano recate il 30 dicembre di propria sponte in Largo Giardini per richiedere di tesserarsi. Qualcuno le avrà invitate. Cosa che è venuta fuori nei ragionamenti di alcuni di ieri sera. Non si sa però chi le abbia invitate. E non sono chiari neanche i motivi secondo altri. In alcuni interventi di ieri sera si è parlato anche di pacchetti di tessere compilate porta a porta, fatto che è riconducibile anche alle più volte citate quarantasette tessere uscite spillate dall’urna nella quale erano custodite. Non è da sottovalutare neanche l’aspetto economico del tesseramento. Sedici euro a tessera per 1193 tesserati porta a più di sedicimila euro di spesa. Se la più volte citata leggerezza che avrebbe accompagnato questo processo sarà la stessa con la quale il partito governerà la città per i prossimi cinque anni Ercolano continuerà a perdere punti. Il motivo di questa scelta invece potrebbe essere politico, come si è ascoltato in molti interventi, più che di collusione. Un modo per far saltare il tavolo delle primarie e calare un nome dall’alto. Da Napoli, da Roma. Il tavolo traballa, ma potrebbe restare in piedi fino al 21 febbraio, giorno delineato dal segretario provinciale del Pd come ultimo utile per presentare definitivamente le candidature alle primarie cittadine con una raccolta di trecentosessanta firme da parte dei candidati. Fino a quel giorno la politica metterà in campo altri giochi che cercheranno di minare la scelta delle primarie o la solidità dei candidati alle stesse. Comunque vada a finire dal punto di vista politico e poi amministrativo il Partito Democratico di Ercolano ha perso punti e, soprattutto, ha rimesso la città tutta su quelle pagine di cronaca che da tempo non si raccontavano. Comunque vada Ercolano ha perso la faccia.

Ciro Oliviero

Vedi Anche

Biotestamento, il testo arriva alla Camera

Arriva in Aula alla Camera il Biotestamento. Il testo sulle ‘Disposizioni anticipate di trattamento, composto da …