Radio Siani la radio della legalità
Un anno fa Lampedusa era tra i primi titoli dei giornali e dei tg per la strage in mare verificatasi a largo delle sue coste. Le coste di una piccola isola della Sicilia, ma che geograficamente è più vicina al continente africano. Un’isola che prima del clamore mediatico per i viaggi della speranza dei migranti verso le coste italiane quasi nessuno conosceva.
Il 3 ottobre del 2013 morirono a largo di Lampedusa trecentosessantotto migranti. Persone che cercavano un futuro migliore provando ad approdare in Italia e poi fuggire chissà dove altro ancora. Magari nel nord Europa, dove molto spesso quelli che raccontano le proprie storie dicono dicono essere dirette. Molto spesso per raggiungere altri familiari, amici, conoscenti, comunità che hanno già trovato un futuro diverso dalla morte o continuano a cercarlo in giro per l’Europa. Un futuro diverso che le trecentosessantotto vittime di un anno fa non hanno trovato e che forse hanno perfino anticipato rispetto a quello che gli sarebbe potuto capitare nel proprio Paese d’origine.
Dal 2011 ad oggi l’Unhcr ha stimato che nel mar Mediterraneo hanno perso la vita oltre duemilaseicento persone. Dati che non possono avere una conferma da parte di alcuno, in quanto i viaggi sono illegali e dunque, molto prevedibilmente, i morti sono molti di più.
Nella giornata di oggi, ad un anno esatto di distanza da quel tragico giorno, sono molte le manifestazioni in ricordo delle vittime. Dopo il 3 ottobre dello scorso anno ci sono state ancora altre vittime e purtroppo non è azzardato scrivere che ce ne saranno ancora. Oltre a ricordare questi uomini, donne e bambini che hanno perso la vita lo scorso anno ed in questi anni è fondamentale agire in maniera concreta in materia di politiche di migrazione.
Ciro Oliviero
