Il rapporto sul Benessere equo e sostenibile realizzato da Istat e Cnel e presentato stamattina a Roma rivela dati sconfortanti in merito al numero dei poveri in Italia tra il 2007 e il 2012. Nel periodo preso in esame il dato presenta un aumento di due milioni e mezzo di poveri nei cinque anni a partire dall’avvento della crisi economica mondiale.
“Quello che emerge è un quadro assolutamente critico dal punto di vista del benessere economico. Con il sopravvenire della crisi e con il calo dell’occupazione che c’è stato tra il 2009 e il 2010, le famiglie hanno cercato di difendersi in tutti i modi, anche dando fondo ai propri risparmi e talvolta indebitandosi. L’hanno fatto per mantenere i propri standard di vita, ma il problema è che questa crisi si è prolungata nel tempo, molto più a lungo di quanto si pensasse e una parte di queste famiglie non ce l’ha fatta più”, ha dichiarato Linda Laura Sabbadini, direttore del dipartimento statistiche sociali e ambientali dell’Istat.
I numeri. Nel dettaglio ci sono alcuni dati esemplificativi rispetto al rapporto. Due anni fa il numero di famiglie assolutamente povere è passato dal 5,7 all’8 per cento. In numeri reali questo si traduce in un aumento di due milioni e quattrocentomila persone completamente sotto la soglia minima di vivibilità. Un dato se vogliamo confortante arriva dalla diminuzione della quota di persone in famiglie che non riescono a sostenere spese impreviste. In aumento anche la propensione al risparmio che segna un +12,8 per cento. Meno ottimisti al nord, dove chi guarda al futuro con ottimismo scende dal 27,1 del 2012 al 25,6 per cento nell’anno successivo.
Presente anche il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan che ha detto che “dovremo guardare se il pil torna ai livelli di prima ma anche altre cose. Le grandi crisi sono anche momenti di cambiamento di paradigma”.
Ciro Oliviero