Come ogni anno l’Eurispes ha presentato il ‘Rapporto Italia’, giunto quest’anno alla 26esima edizione. Il rapporto è divenuto negli anni un apprezzato punto di riferimento per gli studiosi, per le istituzioni, per il sistema dell’informazione e per gli osservatori internazionali.
Tra i temi principali che il ‘Rapporto dell’Eurispes’ ritiene fondamentali per poter uscire dalla crisi vi sono la cultura, la manifattura, il turismo e l’agricoltura. Pilastri della nostra economia e, insieme, fattori determinanti per una ricostruzione del ruolo dell’Italia nel mondo. Nel rapporto gli analisti hanno provato ad interpretare la situazione italiana evitando di celebrare la storia di un Paese esangue destinato ad una prossima e definitiva irrilevanza nello scacchiere internazionale.
La classe politica non si accorge che all’interno della crisi c’è qualcosa di positivo e di creativo che va maturando in diversi settori dell’economia, della società civile, della cultura e addirittura della politica. Negli ultimi cinque anni il fatturato estero dell’industria italiana ha superato quello tedesco e francese. Il nostro comparto agricolo ha prodotto risultati fortemente positivi sia in termini di fatturato sia di occupazione. L’Italia resta una tra le mete preferite del turismo internazionale. Per numero di pernottamenti di turisti stranieri, è seconda in Europa soltanto alla Spagna: con cinquantaquattro milioni di camere occupate per notte è il primo Paese europeo per presenze extra Ue.
Ovviamente il documento non può negare l’evidenza dei fatti, per questo, proseguendo nella lettura seguono una serie di numeri interessanti, ricavati da un’analisi e da una sistematica indagine sul Belpaese, sui temi delle prospettive economiche future, sulle difficoltà riscontrate dagli italiani nell’arrivare a fine mese, e sul cambiamento di stile di vita che la popolazione sta mettendo in atto. Ne emergono dati preoccupanti, che rispecchiano in pieno la situazione nella quale l’Italia versa, evidenziando le difficoltà della popolazione del Mezzogiorno con il più alto tasso di cittadino che non arrivano a fine mese (41,9%).
Emergono, inoltre, in maniera preponderante l’aumento della disoccupazione ed una diminuzione dei consumi, come riferiscono i vertici dell’Eurispes, i quali sottolineano l’importanza di portare al centro del dibattito politico i ceti medi ossatura del nostro Paese e prime vittime della crisi. Un dato molto importante e, al contempo allarmante, arriva dal settore della cultura, dove balza agli occhi che il Louvre di Parigi ha da solo più visitatori di tutti i musei d’Italia, quello della Biblioteca Nacional de Espana di 52 milioni, il British Library 120 milioni, la Biblioteca Nazionale di Francia 230 milioni, mentre il budget della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma è di soli 1,3 milioni. La cultura è, insomma, assai marginale nella visione dello Stato.
Fabio Noviello