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‘Restate umani’, l’esordio dei Freak Opera

Restate umani. Un titolo che, di questi tempi, sembra quasi inneggiare al dover costantemente ricercare emozioni. Per restare lucidi, razionali. Insomma umani. Questo invito, però, non ricorda esclusivamente tali pensieri, ma è anche il titolo dell’album dei Freak Opera, edito nell’ottobre del 2013.

Un album i cui testi delle canzoni, le sonorità vocali e alcuni accordi, ricordano vagamente cantautori come il celebre De Andrè o il mai dimenticato Gaber, il quale, con le parole e le emozioni, riuscivano ad esprimere non solo mondi, ma addirittura interi universi.

Tanti i musicisti e i partecipanti a questo progetto. Da Rocco Traisci alla voce a Klaus Klaski alle chitarre e piano. Ilaria Scarico al basso, flauto traverso e diamonica, Antonia Harper e Dario Patti, al violino e back vocals, e ancora Giovanni Volpe e Vincenzo Miele, alle percussioni e batteria, e Mario Paolucci alle chitarre.

Tanti artisti che, dimostrano in questo lavoro, come le cose migliori nascano dal mescolamento e dall’interazione di più menti, più gusti, ma soprattutto diverse volontà, dove il fine ultimo è uno: realizzare un prodotto dal gusto forte, ma anche dal giusto tocco delicato. Come quando si assapora un buon vino d’annata.

I ritmi sono quelli del Mediterraneo, segno indistinguibile che questa terra è matrioska di portenti e talenti. I Freak Opera nascono infatti dallo scioglimento di un’altra band vesuviana, precedentemente attiva negli anni ’90, i Cyb.

Tra i brani che maggiormente colpiscono dell’album, e che si consiglia vivamente, ci sono ‘Le sere d’inverno’, ‘Pioggia d’agosto’ e ‘Insegnami a ballare’.

Ci si aspetta davvero molto da questo gruppo, il cui album di debutto fa davvero gran sperare per il futuro.

Davide Tuoro

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