Un Paese democratico nel 2014 non può permettersi di considerare ancora la clandestinità un reato inserito nel Codice Penale. Fino ad oggi per l’Italia invece lo era. Questo pomeriggio il Senato ha però approvato la trasformazione del reato di clandestinità da penale ad illecito amministrativo.
Non è però completamente depennato. Difatti, nonostante l’abrogazione del reato in quanto tale, resta il “rilievo penale – come si legge nel testo che diventerà legge – delle condotte di violazione dei provvedimenti amministrativi adottati in materia”.
Preponderante la presenza dei sì alla votazione, che si assestano a 182, mentre sono 16 i voti contrari e 7 gli astenuti. Nel testo presentato dal governo, e poi approvato dall’Aula, si differenzia un primo ingresso clandestino nel nostro Paese rispetto a degli altri successivi. Chi entrerà in Italia la prima volta non verrà sottoposto a procedimento penale, ma verrà espulso, mentre se lo stesso cittadino dovesse rientrare nel Belpaese commetterebbe reato, stavolta di rilievo penale.
Un emendamento volto a cancellare l’abrogazione del reato, presentato dagli esponenti della Lega Nord, non è passato al vaglio dell’Aula.
Ciro Oliviero